Fernand Braudel: differenze tra le versioni

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==''Il mondo attuale''==
*Dietro ad ogni [[umanesimo|umanista]] possiamo individuare, con un sorriso di complicità o di malizia, l'ombra del modello antico che lo ispira, e denuncia così le intenzioni del suo spirito. [[Erasmo da Rotterdam]], chiamato il principe degli umanisti, non è che [[Luciano di Samosata|Luciano]], insinuarono gli avversari; e «lucianiani» furono anche [[François Rabelais|Rabelais]] e [[Bonaventure des Périers]], mentre Machiavelli s'ispirò a [[Polibio]]... ( vol II, p. 393)
*Chi non può visitarla {{NDR|L'America latina}} di persona, cerchi almeno di conoscerla attraverso [[Letteratura latinoamericana|la sua letteratura]], mirabile, franca, poco sofisticata, ingenuamente e schiettamente impegnata. Vi troverà la possibilità di mille viaggi in ispirito, e una testimonianza di tale chiarezza da superare tutto ciò che i servizi giornalistici, gli studi sociologici, economici, geografici e storici (quest'ultimi spesso eccellenti) possono offrirci. La letteratura ci restituisce anche l'inestimabile profumo di paesi e società isolate, avare dei loro segreti, nonostante la cordialità e la franchezza dell'accoglienza. (vol. II, pp. 486-487)
*La [[Rus' di Kiev|prima Russia]], formata da una mescolanza di popoli europei e asiatici, fu quella dei «piccoli russi». La fusione dei popoli, la prosperità delle città e tutto il fervore di vita tra Novgorod la Grande a nord e [[Kiev]] a sud, non si spiegherebbero, senza la presenza di una via di prospero commercio tra il Baltico e il mar Nero, con le sue diramazioni da un lato fino a Bisanzio – la ricchissima città le cui luci abbagliarono i kievani, ispirando loro folli spedizioni – e dall'altro fino a Baghdād – che in quell'epoca cominciava a raggiungere il suo pieno splendore. [...] Da Novgorod a Kiev, tutta una fila di città vicine fra loro si scambiavano merci, conflitti e principi<br>Lo splendore di quella prima Russia si spiega in un contesto di storia generale. Infatti, chiuso per lungo tempo il Mediterraneo occidentale dalla conquista islamica dei secoli VII e VIII, gli si sostituì la via continentale tra Novgorod e Kiev come via di collegamento tra i paesi del nord e le ricche contrade del sud. Il giorno in cui, fra il secolo XI e il XII, con la fine della supremazia musulmana sul mare, il Mediterraneo fu nuovamente aperto ai traffici, decrebbe l'interesse di questa interminabile via, fatta di strade fluviali e carovaniere, fino a scomparire definitivamente con l'occupazione latina di [[Costantinopoli]] nel 1204. La via marittima uccise quella continentale.<br>Già prima di quella data i principi di Kiev avevano incontrato crescenti difficoltà a difendere le loro frontiere e ad assicurare la continuità del percorso dal Baltico al mar Nero. Secondo un antico proverbio «se è per mangiare e per bere, tutti vanno a Kiev, ma al momento di difenderla tutti spariscono». Fu proprio così. (vol. II, pp. 598-599)
*{{NDR|Su [[Palazzo Ostankino]]}} «Grattate il russo e ritroverete il moscovita» dice un proverbio venuto forse dalla [[Russia]], che fece fortuna in Occidente. Ma perché il moscovita non dovrebbe restare tale, con i suoi gusti, la sua originalità, le sue reticenze? [...] Al visitatore sorpreso della freschezza delle pitture interne, delle dorature, della decorazione, dei soffitti a ''trompe l'œil'', spesso solo appena ritoccati, viene spiegato che tutta la costruzione non è in muratura, come lo spessore dei muri indurrebbe a pensare, ma in legno, materiale refrattario all'umidità. Diceva il [[Nikolaj Petrovič Šeremetev|principe]], non a torto, che nulla poteva uguagliare la comodità delle case russe in legno, cui egli era abituato. Utilizzò dunque il legno, facendolo rivestire alla francese. (vol. II, p. 610)