Leonardo Fioravanti (medico): differenze tra le versioni

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===Citato in Piero Camporesi, ''Camminare il mondo''===
*[...] ho caminato in varie e diverse provincie, sempre essercitando l'arte dove mi son trovato, né mai mi son stancato di studiare e andar cercando bellissimi esperimenti, così di dottissimi medici come ancora di simplici empirici e d'ogni altra sorte di gente, come villani, pastori, soldati, religiosi, donnicciole e d'ogni altra qualità; e la medicina e cirugia, quale era divisa infra tante sorti di persone, io con molti stenti e fatiche la sono andata raccogliendo insieme e, raccolta, ho voluto metterla in teorica con mille belle ragioni, e questo acciò che il mondo ne possi godere. (p. 9)
*[...] allora facevano credere alle genti tutto quello che loro volevano, perché in quei tempi era grandissima carestia di libri e come uno sapeva un poco parlare ''per bus e per bas'' veniva adorato come un profeta e gli era creduto ciò che egli diceva: ma dipoi che questa benedetta stampa è venuta in luce, i libri sono multiplicati di sorte tale che ogni uno può studiare e massime che la maggior parte si stampano in lingua nostra materna: e così i {{sic|gattisini}} hanno aperti gli occhi perché ciascuno può vedere e intendere il fatto suo, in modo che noi altri medici non possiamo più cacciar carotte alle genti, come facevano quei primi nostri antecessori, che facevano credere a gli infermi che gli asini volassero e il tutto era loro creduto. (p. 64)
*E questo si chiama M. [[Ferrante Imperato]] uomo litteratissimo e dottissimo in tal professione [l'aromatario] ed è facoltosissimo. Percioché oltra l'altre sue facoltà, ha un bellissimo palazzo in [[Napoli]] a Santa Chiara, dove tiene una superbissima botega di speciarie aromatarie. E in esso palazzo ha uno studio con tante cose diverse, che è cosa da stupire il mondo in vedere tante erbe, tante pietre, tanti animali che è numero senza fine. E ha scritto, questo eccellentissimo uomo, sopra la teriaca e il mitridato ed è uomo il più conosciuto di quanti se ne trovino di tal professione. E chi va a Napoli e si parte senza vedere questo virtuoso e sue cose rarissime, si può dire non aver visto cosa degna di memoria. (p. 261)
*ho caminato in varie e diverse provincie, sempre essercitando l'arte dove mi son trovato, né mai mi son stancato di studiare e andar cercando bellissimi esperimenti, così di dottissimi medici come ancora di simplici empirici e d'ogni altra sorte di gente, come villani, pastori, soldati, religiosi, donnicciole e d'ogni altra qualità; e la medicina e cirugia, quale era divisa infra tante sorti di persone, io con molti stenti e fatiche la sono andata raccogliendo insieme e, raccolta, ho voluto metterla in teorica con mille belle ragioni, e questo acciò che il mondo ne possi godere. (p. 9)
*Il divino messer [[Ulisse Aldrovandi|Ulisse Aldrovando]] bolognese dottor eccellentissimo di filosofia e medicina... è uomo ch'a questa nostra età ha superato tutti gli altri di tal professione. Lui è il vero possessore di tutte tre le parti della medicina, cioè di quella che consiste ne' vegetali, animali e minerali. E che ciò sia il vero, questo dottore eccellentissimo ha vera cognizione di più di quattro milia cose come di piante, animali e pietre, le quali possiede e ha nelle sue mani e ogn'uno che le vorrà vedere, da lui saranno mostrate con somma diligenza e cortesia percioché esso dottore è uomo molto piacevole e amator di virtuosi e molto desideroso d'insegnare le sue virtù a tutti. (p. 12)
*Volendo noi osservare questa regola, la prima cosa da fare dev'essere quello che ci insegnano i medici razionali che sono i cani, i gatti, e infiniti altri animali che hanno la medicina per dono della natura, che quando si sentono gravati di alcuna infermità, ricorrono al vomito e mangiano alcune sorte di erbe che li fanno vomitare ed ancor evacuare per secesso e con tal rimedio si sanano senza altro; e così noi ad imitazione di questi medici della natura dovessimo avere questo specchio davanti agligli occhi ed osservare questa regola santa: cioè di far sempre vomitare gli amalati prima che li facessimo altro rimedio. Io per me osservo questo ordine e sempre veggio miracoli in tutte le infermità. (p. 27)
*[...] allora facevano credere alle genti tutto quello che loro volevano, perché in quei tempi era grandissima carestia di libri e come uno sapeva un poco parlare ''per bus e per bas'' veniva adorato come un profeta e gli era creduto ciò che egli diceva: ma dipoi che questa benedetta stampa è venuta in luce, i libri sono multiplicati di sorte tale che ogni uno può studiare e massime che la maggior parte si stampano in lingua nostra materna: e così i {{sic|gattisini}} hanno aperti gli occhi perché ciascuno può vedere e intendere il fatto suo, in modo che noi altri medici non possiamo più cacciar carotte alle genti, come facevano quei primi nostri antecessori, che facevano credere a gli infermi che gli asini volassero e il tutto era loro creduto. (p. 64)
*L'anno 1555, alli 21 di febrario, mi partì dalla gloriosa città di Napoli del Reame per andar nella santa città di Roma, e così circa il mezo giorno mi imbarcai con grandissimo dispiacer de gli amici miei. E per riconsolarne alquanti vi lasciai il sapientissimo e prudentissimo giovane messer [[Giuseppe Moleti|Ioseffo Moleto]] Messinese... in quel tempo mio discepolo, acciò ne medicasse alcuni che erano vessati da diverse infermità. E così col nome di Dio e di san Domenico mio protettore e advocato, mi partì da Napoli e andai a Roma. (p. 127)
*E questo si chiama M. [[Ferrante Imperato]] uomo litteratissimo e dottissimo in tal professione [l'aromatario] ed è facoltosissimo. Percioché oltra l'altre sue facoltà, ha un bellissimo palazzo in [[Napoli]] a Santa Chiara, dove tiene una superbissima botega di speciarie aromatarie. E in esso palazzo ha uno studio con tante cose diverse, che è cosa da stupire il mondo in vedere tante erbe, tante pietre, tanti animali che è numero senza fine. E ha scritto, questo eccellentissimo uomo, sopra la teriaca e il mitridato ed è uomo il più conosciuto di quanti se ne trovino di tal professione. E chi va a Napoli e si parte senza vedere questo virtuoso e sue cose rarissime, si può dire non aver visto cosa degna di memoria. (p. 261)
*Volendo noi osservare questa regola, la prima cosa da fare dev'essere quello che ci insegnano i medici razionali che sono i cani, i gatti, e infiniti altri animali che hanno la medicina per dono della natura, che quando si sentono gravati di alcuna infermità, ricorrono al vomito e mangiano alcune sorte di erbe che li fanno vomitare ed ancor evacuare per secesso e con tal rimedio si sanano senza altro; e così noi ad imitazione di questi medici della natura dovessimo avere questo specchio davanti agli occhi ed osservare questa regola santa: cioè di far sempre vomitare gli amalati prima che li facessimo altro rimedio. Io per me osservo questo ordine e sempre veggio miracoli in tutte le infermità. (p. 27)
 
==Citazioni su Leonardo Fioravanti==