Fernand Braudel: differenze tra le versioni

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==''Il mondo attuale''==
*Dietro ad ogni [[umanesimo|umanista]] possiamo individuare, con un sorriso di complicità o di malizia, l'ombra del modello antico che lo ispira, e denuncia così le intenzioni del suo spirito. [[Erasmo da Rotterdam]], chiamato il principe degli umanisti, non è che [[Luciano di Samosata|Luciano]], insinuarono gli avversari; e «lucianiani» furono anche [[François Rabelais|Rabelais]] e [[Bonaventure des Périers]], mentre Machiavelli s'ispirò a [[Polibio]]... ( vol II, p. 393)
*La [[Rus' di Kiev|prima Russia]], formata da una mescolanza di popoli europei e asiatici, fu quella dei «piccoli russi». La fusione dei popoli, la prosperità delle città e tutto il fervore di vita tra Novgorod la Grande a nord e [[Kiev]] a sud, non si spiegherebbero, senza la presenza di una via di prospero commercio tra il Baltico e il mar Nero, con le sue diramazioni da un lato fino a Bisanzio – la ricchissima città le cui luci abbagliarono i kievani, ispirando loro folli spedizioni – e dall'altro fino a Baghdād – che in quell'epoca cominciava a raggiungere il suo pieno splendore. [...] Da Novgorod a Kiev, tutta una fila di città vicine fra loro si scambiavano merci, conflitti e principi<br>Lo splendore di quella prima Russia si spiega in un contesto di storia generale. Infatti, chiuso per lungo tempo il Mediterraneo occidentale dalla conquista islamica dei secoli VII e VIII, gli si sostituì la via continentale tra Novgorod e Kiev come via di collegamento tra i paesi del nord e le ricche contrade del sud. Il giorno in cui, fra il secolo XI e il XII, con la fine della supremazia musulmana sul mare, il Mediterraneo fu nuovamente aperto ai traffici, decrebbe l'interesse di questa interminabile via, fatta di strade fluviali e carovaniere, fino a scomparire definitivamente con l'occupazione latina di [[Costantinopoli]] nel 1204. La via marittima uccise quella continentale.<br>Già prima di quella data i principi di Kiev avevano incontrato crescenti difficoltà a difendere le loro frontiere e ad assicurare la continuità del percorso dal Baltico al mar Nero. Secondo un antico proverbio «se è per mangiare e per bere, tutti vanno a Kiev, ma al momento di difenderla tutti spariscono». Fu proprio così. (vol. II, pp. 598-599)
*{{NDR|Su [[Palazzo Ostankino]]}} «Grattate il russo e ritroverete il moscovita» dice un proverbio venuto forse dalla [[Russia]], che fece fortuna in Occidente. Ma perché il moscovita non dovrebbe restare tale, con i suoi gusti, la sua originalità, le sue reticenze? [...] Al visitatore sorpreso della freschezza delle pitture interne, delle dorature, della decorazione, dei soffitti a ''trompe l'œil'', spesso solo appena ritoccati, viene spiegato che tutta la costruzione non è in muratura, come lo spessore dei muri indurrebbe a pensare, ma in legno, materiale refrattario all'umidità. Diceva il [[Nikolaj Petrovič Šeremetev|principe]], non a torto, che nulla poteva uguagliare la comodità delle case russe in legno, cui egli era abituato. Utilizzò dunque il legno, facendolo rivestire alla francese. (vol. II, p. 610)
*Un nugolo di ingegneri, architetti, pittori, artigiani, musicisti, maestri cantori e governanti si abbatté su un paese avido di apprendere e deciso a sopportare tutto per raggiungere lo scopo prefisso. Gli edifici di [[San Pietroburgo]], dove, piccolo particolare significativo, si conserva, ancora intatta, la biblioteca di [[Voltaire]] e più ancora l'incredibile massa di corrispondenza e di pubblicazioni in lingua francese ammucchiate nei pubblici archivi, sono altrettante prove del grande cimento cui l'''[[intelligencija]]'' russa si sottopose con entusiasmo in quel periodo. (vol. II, p. 610)
*Così a [[San Pietroburgo|Leningrado]], per contrasto, tutto appare più raffinato, le donne più eleganti, la lingua che si parla più pura. Forse anche a causa dello stile dell'edilizia, restaurata a meraviglia dopo la guerra, si ha qui l'impressione di trovarsi in una vecchia città europea, simpatica, raffinata, di gran classe e, grazie al suo porto, sempre aperta alla vita internazionale. La campagna non l'ha sommersa, ma forse Leningrado, nonostante la sua periferia industriale, resta un po' estranea al grandioso fenomeno di rimpasto sociale, che offre altrove già l'immagine della Russia di domani e che dà incontestabilmente a [[Mosca (Russia)|Mosca]] il suo tono di capitale. (vol. II, pp. 630-631)
 
==''Memorie del mediterraneo''==