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→‎L'Italia giolittiana: Giuseppe Saracco
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==''L'Italia giolittiana''==
*[...] per la sua reputazione di liberale e la sua formazione militare, [[Luigi Pelloux|Pelloux]] poteva apparire come l'uomo più adatto a ristabilire l'ordine nel paese senza offendere i principi liberali, promuovendo la smobilitazione dello stato d'assedio nel quale la classe dirigente si era trincerata. Nonostante le intenzioni, nei fatti la sua politica fu rivolta soltanto all'attuazione del primo proposito, cioè la restaurazione dell'ordine. (cap. I, p. 10)
* {{NDR|[[Giuseppe Saracco]]}} [...] vecchio parlamentare piemontese, molto legato da vincoli di tradizionale fedeltà alla monarchia sabauda. Non era uomo politico di grandi idee, aveva modesta personalità, e per questo pareva adatto a presiedere quello che doveva essere evidentemente un governo di transizione<ref> Tra il ministero di [[Luigi Pelloux]] e quello di [[Giuseppe Zanardelli]].</ref> [...]. (cap. I, p. 17)
*Uomo di severe qualità morali e di grande dottrina sociale e politica, [[Sidney Sonnino|Sonnino]] seppe rinnovare il suo pensiero adeguandosi al mutamento della situazione politica dopo il fallimento dei tentativi autoritari, ai quali egli aveva dato il suo appoggio nella convinzione che fosse la via più adatta per restaurare l'autorità dello Stato e salvare la monarchia dall'assalto dei «rossi» e dei «neri». (cap. I, p. 23)
*[[Gino Olivetti|Olivetti]], come si opponeva all'idea che il diritto di sciopero fosse assoluto, così negava agli industriali un diritto illimitato a chiudere le fabbriche. Egli pensava che i diritti individuali riconosciuti dalle leggi dello Stato formassero un sistema organico e si limitassero a vicenda, nel senso che nessuno poteva arrogarsi il diritto di tenere una condotta tale da minacciare l'integrità della compagine sociale. (cap. III, p. 75)