Mary Higgins Clark: differenze tra le versioni

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'''Mary Higgins Clark''' (1928, - vivente), scrittice statunitense.
 
==''Mentre la mia piccola dorme''==
===[[Incipit]]===
RISALIVA con cautela la Thruway in direzione del Morrison State Park. I quaranta chilometri di viaggio da Manhattan alla Contea di Rockland erano stati un incubo. Erano le sei ormai, ma non c'era segno dei primi chiarori dell'alba; la neve che aveva cominciato a cadere durante la notte si era fatta più fitta e fioccava senza sosta sul parabrezza. Le nubi, grigie e pesanti, sembravano enormi palloni gonfiati fino a scoppiare. Stando al bollettino meteorologico sarebbero caduti cinque centimetri di neve, « diminuendo d'intensità dopo la mezzanotte ». Come al solito il meteorologo si era sbagliato.
 
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{{NDR|Mary Higgins Clark, ''Un colpo al cuore'' (''Let Me Call You Sweetheart''), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 1996.}}
 
 
==''La culla vuota''==
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{{NDR|Mary Higgins Clark, ''Sarai solo mia'' (''You Belong to Me''), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 1999.}}
 
 
==''Domani vincerò''==
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==''Uno sconosciuto nell'ombra''==
===Incipit===
SEDEVA completamente immobile davanti al televisore della camera 932 al ''Biltmore Hotel''. La sveglia era suonata alle sei, ma lui era già in piedi da un pezzo: una ventata gelida aveva fatto tremare i vetri della finestra, e questo era bastato per porre fine al suo [[sonno]] agitato.<br>Iniziò il programma ''Today'', ma lui lasciò il volume dell'apparecchio bassissimo: non gli importavano le notizie e i servizi speciali. Voleva solo vedere l'intervista.
 
{{NDR|Mary Higgins Clark, ''Uno sconosciuto nell'ombra'' (''A Stranger is Watching''), traduzione di Massimo Gasperini, Sperling & Kupfer Editori, 2000.}}
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{{NDR|Mary Higgins Clark, ''Prima di dirti addio'' (''Before I Say Good-Bye''), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 2001.}}
 
 
 
==''Sapevo tutto di lei''==
===Incipit===
'''Martedì, 20 marzo'''<br><br>IMBOCCÒ la passerella di legno del lungomare e fu subito invesito da una folata di aria salmastra priveniente dall'oceano. Alzando lo sguardo sulle nubi in movimento, pensò che presto sarebbe nevicato, anche se mancava solo un giorno all'inizio della primavera. Era stato un lungo inverno e tutti non vedevano l'ora che il clima si facesse più mite. Non lui, però<br>Amava Spring Lake soprattutto nel tardo autunno, quando i villeggianti avevano già chiuso le loro case e non ricomparivano neppure per il fine settimana.<br>Lo sgomentava il fatto che, anno dopo anno, fossero sempre più numerosi quelli che vendevano le loro residenze in [[città]] per trasferirsi lì in pianta stabile. Avevano deciso che valeva la pena percorrere quotidianamente i cento chilometri che li separavano da New York pur di poter iniziare e concludere la giornata in quella tranquillità balneare.
 
{{NDR|Mary Higgins Clark, ''Sapevo tutto di lei'' ('' On the Street Where You Live''), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 2002.}}
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==''La figlia prediletta''==
===Incipit===
QUELLA mattina Ellie si svegliò con la sensazione che fosse accaduto qualcosa di terribile.<br>D'[[istinto]], allungò la mano verso Bones, il morbido cane di peluche che da sempre dormiva vicino a lei sul cuscino. Il mese precedente, quando aveva compiuto sette anni, sua sorella Andrea, di quindici anni, l'aveva stuzzicata dicendo che era arrivato il momento di spedire Bones in soffitta...<br>Di colpo si ricordò che cosa c'era di sbagliato: la sera prima Andrea non era tornata a casa. Dopo cena era andata dalla sua migliore amica, Joan, a prepararsi per il compito in classe di matematica. Aveva promesso di rientrare per le nove, e alle nove e un quarto la mamma era andata a prenderla da Joan, ma aveva scoperto che Andrea era rimasta lì fino alle otto.
 
{{NDR|Mary Higgins Clark, ''La figlia prediletta'' (''Daddy's Little Girl''), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 2003.}}