Cimitero monumentale di Staglieno: differenze tra le versioni

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*Dopo aver visitato le antiche e nobili dimore di Genova e ammirato alcuni quadri fra i quali i tre capolavori di Van Dyck, non rimane da vedere che il Camposanto, il più bizzarro, sorprendente, macabro e comico museo di sculture funebri che vi sia al mondo. Lungo l'immenso quadrilatero corre una galleria, come un chiostro gigantesco aperto su un cortile che accoglie le tombe dei poveri ricoperte da lapidi bianche come neve. Percorrendola, si passa davanti a una processione di borghesi di marmo che piangono i loro morti.<br>Che mistero! Queste statue testimoniano una grande capacità, un vero talento da parte degli artigiani che le hanno realizzate. La natura dei vestiti, delle camicie, dei pantaloni rivela una lavorazione di fattura stupefacente. Ho visto un abito di amoerro a cui i tagli netti della stoffa davano un aspetto di totale verosimiglianza. Non vi è niente di più irresistibilmente grottesco, mostruosamente ordinario, indegnamente comune di queste persone che piangono gli amati congiunti.<br>Di chi è la colpa? Dello scultore, che nei lineamenti dei suoi modelli ha visto soltanto la volgarità dei borghesi moderni e non ha saputo trovarvi quel riflesso superiore d'umanità che i pittori fiamminghi hanno colto così bene nei tipi più laidi e plebei della loro razza? Dei borghesi, ai quali il basso livello di civilizzazione democratica ha eroso e cancellato ogni carattere distintivo e ha fatto perdere i segni di originalità di cui ogni classe sociale è sempre stata dotata?<br>I Genovesi sembrano molto fieri di questo sorprendente museo che disorienta e rende difficile il giudizio. ([[Guy de Maupassant]])
*È una necropoli che frinisce, che gorgheggia, che urla, che fischia, che di notte non dà regua a noi poveri vivi. ([[Guido Ceronetti]])
*Il giorno dopo papà ci portò al famoso cimitero di Genova, il ''Camposanto''. [...] E tuttavia, col Camposanto successe il contrario del mare. Ci piacque così tanto e sinceramente come nemmeno Michelangelo avrebbe potuto! La chioma scura, intagliata dei cipressi, folta come la pelliccia d'un cane (e per di più foderata!), il cielo d'un lilla mai veduto, profumo di alloro riscaldato dal mite calore del giorno (dopo le piogge autunnali di Mosca), e in mezzo a tutto questo il battito di ali marmoree nel silenzio di pietra del cimitero, città di cripte e monumenti su chi, un tempo, lì aveva passeggiato, respirato, come noi adesso. Che cosa poteva importarci, bambine di dieci e otto anni, che la posa della donna in lacrime inginocchiata accnato alla lastra di marmo fosse oltremodo patetica? E quel marmoreo dito affusolato, accostato a labbra anch'esse di marmo, non esprimeva ciò che anche noi sentivamo fra le tombe? Quel silenzio altissimo non paralizzava a un tempo le statue e noi? Ammaliate, andavamo per la bianca città dei morti richiamando da sotto le zolle immote la vita degli uomini spenti che vi giacevano. ([[Anastasija Ivanovna Cvetaeva]])
*La nostra ultima visita fu al cimitero (costruito per ospitare 60.000 salme) e continueremo a ricordarcelo dopo che avremo dimenticato i palazzi. È un ampio corridoio di marmo fiancheggiato da colonne che si stende intorno a un grande quadrato di terreno libero; il suo spazioso pavimento è di marmo e su ogni lastra c'è un'iscrizione, giacché ogni lastra ricopre una salma. Da una parte e dall'altra, avanzando nel mezzo del passaggio, vi sono monumenti, tombe, figure scolpite squisitamente lavorate, tutte grazia e bellezza. Sono nuove, nivee; ogni lineamento è perfetto, ogni tratto esente da mutilazioni, imperfezioni o difetti; perciò, per noi, queste lunghissime file di incantevoli forme sono cento volte più belle della statuaria danneggiata e sudicia salvata dal naufragio dell'arte antica ed esposta nelle gallerie di Parigi per l'adorazione del mondo. ([[Mark Twain]])
*La sorpresa del detective aumentò quando gli vide tra le mani [...] una monografia sul cimitero genovese di Staglieno, prima meta di visita per soddisfare un vecchissimo desiderio di Carvalho, innamorato di un camposanto progettato secondo i principi dell'Illuminismo e di uno scarso senso del sacro. ([[Manuel Vázquez Montalbán]])