Lanterna di Genova: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
+ Petrucci
Riga 3:
Citazioni sulla '''Lanterna di Genova'''.
 
==Citazioni==
*Al lato estremo d'occidente, secco e diritto come una fucilata, il fascio di luce bianca di un faro trinciava il cielo nero spingendosi fin sopra le loro teste.<br>"Quella è la luce che guida i naviganti, la luce della famosa Lanterna, figlioli," spiegava rassicurante Alberico, e i suoi figli tacevano rispettosi di quella conoscenza. ([[Maurizio Maggiani]])
*Arrivammo a Genova attraverso il sobborgo di Sampierdarena. [...] Passammo a fianco del faro, altissimo, costruito per ordine del re Luigi XII perché la notte serva da guida all'entrata nel porto, che è difficile. Qui ci apparvero alla vista il porto e la città, costruita tutto intorno ad anfiteatro e in semicerchio. È la più bella veduta di città che si possa incontrare. ([[Charles de Brosses]])
Line 17 ⟶ 18:
*Preso l'omnibus (2 soldi) fino all'estremità del porto. Il faro (alto 300 piedi). Ci son salito. Vista superba. La costa verso il sud. Un promontorio. Tutta Genova e le sue [[Forti di Genova|fortezze]] dinanzi a voi. ([[Herman Melville]])
*Sopra al suo immenso porto, Genova si stende sui primi mammelloni delle Alpi, che si innalzano dietro, curvi e allungati in una gigantesca muraglia. Sul molo, la torre alta e quadrata del faro, detto 'la Lanterna', sembra una candela smisurata. ([[Guy de Maupassant]])
 
===[[Vito Elio Petrucci]]===
*È lì, eretta come una matrona: albero maestro tra gli alberi maestri, torre tra le torri, campanile tra i campanili; pronta ad essere tutto per ognuno di noi.
*{{NDR|La Lanterna}} ha due volti. Uno per noi che la vediamo ogni giorno: un volto serio grave buio, e quindi il simbolo, il monumento, la lunga anima di una città e di un popolo. Il momento in cui il tempo si ferma per incontrarli tutti, per riviverli assieme o almeno fieramente ricordarli. Uno per quelli che vivono ed hanno vissuto sul mare. E allora è la casa, la patria, una mano tesa, un fazzoletto agitato, il primo segno della tua famiglia che aspetta. Una luce nella notte, che nasce dal mare e ti grida: vieni, corri; qui c'è la tua casa, qui c'è la tua famiglia, qui c'è il tuo focolare con un caldo ceppo che brucia incensando la gioia dei secoli.
*La sua forza è questa, non voler restare solo un simbolo, anche se la parola simbolo per lei si arricchisce di poesia, né essere un logo, un'icona, non è più neanche un monumento, è la lunga anima di un popolo nel quale i genovesi si riconoscono. Una somma di immagine e di sentimento.
*Non glieli dà nessuno cinquecento anni a questa incantevole sirena, a questa top model che strizza l'occhio maliarda, sicura del suo fascino misterioso. Il fascino della luce che nel buio è improvvisa bellezza e ha il tepore di una dolce compagna. È lì eretta come una matrona: albero maestro tra gli alberi maestri, torre fra le torri, campanile fra i campanili; pronta ad essere, per ognuno di noi, quello che vogliamo che sia. Un continuo colloquio con la sua città e la sua gente, anche se le vele e i coffini non segnalano più il netto a Levante e il brutto a Ponente. Un saluto, se ti affacci al balcone, il buongiorno.
*Una vecchia canzone genovese canta: ''A Lanterna de Zena a l'è faeta a trei canti...'' (la Lanterna di Genova è fatta a tre angoli) fotografando appieno l'emozione di chi la guarda. Il quarto angolo è il buio che lei vuole sconfiggere, che il suo raggio insegue tutta la notte come fosse una lancia, acceso come i fulmini che giocano alle battaglie, in un girotondo che finisce con l'alba.
 
==Voci correlate==