Fernand Braudel: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni di Fernand Braudel: idem per lo stesso motivo.
Riga 5:
*Tutti da bambini, abbiamo sognato la fortuna di Robinson Crusoe, il naufragio davanti all'isola che tanto opportunamente lo priva di ogni suo bene [...] tutti abbiamo sognato le stranezze di una vita inedita in un regno inaccessibile, un'isola di libertà, frutto, in qualche modo, di una diversa distribuzione delle cose della vita.<br>Ebbene, anche [[Venezia]] è un'isola, un mondo altro, per persone adulte o quasi, per bambini troppo cresciuti ma ancora capaci di sognare. Un'isola certo non inaccessibile, ma che forse non si raggiunge mai veramente. La si è troppo immaginata, prima di conoscerla, per vederla così com'è. La amiamo attraverso noi stessi. Sortilegio, illusione, inganno, specchio deformante, ecco quel che è, quel che le chiediamo di essere. [...] Mondo a metà visto a metà sognato, si richiude su di noi come per virtù propria. Ed è quanto ci aspettiamo. Ciascuno di noi ha il suo modo di amare Venezia, che non è quello del vicino, e di racchiudervisi a piacer suo, di trovarvi ciò che vuole, la decrepitezza della morte, un attimo di tregua, un alibi, una stravaganza o il semplice intermezzo di una vita diversa.<ref>Da Venezia, in ''Il Mediterraneo, {{small|Lo spazio la storia gli uomini le tradizioni}}'', traduzione di Elena De Angeli, Bompiani, Milano, 1997<sup>7</sup>, pp. 243-244. ISBN 88-452-1869-4</ref>
*[...] colline di [[Toscana]], coi loro celebri poderi, le ville, i paesi che sono quasi città, nella più commovente campagna che esista.<ref>Da ''Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II'', 1965, p. 49.</ref>
*E [[Napoli]] ha continuato a dare molto all'Italia, all'Europa e al mondo: essa esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti..... Con generosità, certo. Ma anche per necessità. Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori. L'Italia, secondo me, ha perso molto a non saper utilizzare, per indifferenza, ma anche per paura, le formidabili potenzialità di questa città decisamente troppo diversa: europea prima che italiana, essa ha sempre preferito il dialogo diretto con Madrid o Parigi, Londra o Vienna, sue omologhe, snobbando Firenze o Milano o Roma....<ref name=Corrierecapitale>Da ''Corriere della Sera'', 1983; citatoCitato in ''[https://web.archive.org/web/20060508130501/http://www.donnalbina7altaterradilavoro.itcom/italiano/parolefernand-braudel-napolisu-b&b.htmnapoli/#:~:text=Ma%20l'errore%20dell'Unit%C3%A0,abituate%20a%20dominare%20e%20guardare www.donnalbina7.itFernand Braudel su Napoli]'', ''altaterradilavoro.com'', 1 dicembre 2018.</ref>
*[[Genova]], con i suoi colossali bastimenti famosi allora nel mondo intero, con le sue case ammonticchiate che spuntano come candele – l'ho amata e l'amo ancora.<br>Anche Genova bisogna incontrarla venendo dal mare. Avendo proclamato a gran voce che l'amavo, mi sono visto arrivare lettere, segni di amicizia. Ma anche delle domande: dicevo proprio quello che pensavo? Anche in tempo di maestrale, che cola come una sfilza di rivoletti ghiacciati per strade e stradette, Genova mi incanta. Dalla città alta un breve movimento delle spalle, una svolta ad angolo retto, ed eccovi nella città vecchia, nera, un altro universo, segreto, pieno di odori forti... Siete perduti. Ci si riprende, si torna alla ragione solo al termine del pendio, quando appare il mare.<ref>Da ''L'Italia che mi ha incantato'', in ''Corriere della Sera'', 31 ottobre 1982, p. 3</ref>
*Impossibile, nondimeno, per me non vagheggiare per Napoli una sorte diversa da quella che le conosco oggi e non invitare i miei amici italiani, per assaporarne reazioni, tanto più inorridite in quanto siano originari di Milano, di Bologna o di Firenze, a immaginare quale avrebbe potuto essere il destino dell'Italia ed il volto attuale di questa città se essa fosse stata preferita a Roma come capitale del nuovo Stato. [[Roma]], che nulla qualificava a svolgere questo ruolo, salvo la sua leggenda e il suo passato, quando Napoli era – e di gran lunga – , malgrado i rapidi progressi di Torino, la sola città ad essere, verso il 1860-70,all’altezza del compito.<ref name=capitale>Citato in ''[https://www.altaterradilavoro.com/fernand-braudel-su-napoli/#:~:text=Ma%20l'errore%20dell'Unit%C3%A0,abituate%20a%20dominare%20e%20guardare Fernand Braudel su Napoli]'', ''altaterradilavoro.com'', 1 dicembre 2018.</ref>
*Ma l'errore dell'Unità risiede probabilmente altrove: nella volontà di costruire ad ogni costo uno Stato centralizzato su un modello francese del quale noi francesi abbiamo tanta difficoltà a disfarci oggi, voltando le spalle a ciò che faceva la sua ricchezza, quella pluralità di città abituate a dominare e guardare lontano. Si vagheggia volentieri di una rotazione, di cinque anni in cinque anni. Ma Napoli avrebbe saputo attendere tranquillamente? Temo di no: essa ama troppo la vita e le gioie della potenza per cedere a simili generosità.... Facilmente la credo capace di un immenso coraggio, non del gusto del sacrificio. Non la vedo rientrare nei ranghi dopo avere occupato la prima pagina: per conservare questo posto, ha scelto di essere diversa.<ref name=capitale />
*Ne consegue l'obbligo di rivolgersi ai mercati d'oltremare. In una corsa di questo genere, l'Inghilterra è la meglio piazzata, in quanto ha utilizzato la via più sicura e veloce: quella dei legami della finanza. Da allora, legata a Londra, l'America latina resterà alla periferia dell'economia-mondo europea, dalla quale anche gli Stati Uniti, costituiti nel 1787, avranno, nonostante i precoci vantaggi, molte difficoltà a uscire del tutto. È alla Borsa di Londra, e secondariamente a quella di Parigi, che si registrano, con le quotazioni dei prestiti, gli alti e i bassi dei nuovi destini dell'America.<ref>Da ''Civiltà materiale: secoli XV-XVIII'', p. 446.</ref>