Julius Evola: differenze tra le versioni

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*In genere, bisogna sentire in evidenza che di là da questa vita terrestre vi è una vita più alta, perché solo chi così si sente dispone di una forza infrangibile e intravolgibile, solo costui sarà capace, ove occorra, di una prontezza al sacrificio attivo e di uno slancio assoluto. ([https://books.google.it/books?id=a5DLCQAAQBAJ&pg=PA154&dq=In+genere,+bisogna+sentire+in+evidenza+che+di+l%C3%A0+da+questa+vita+terrestre+vi+%C3%A8+una+vita+pi%C3%B9+alta,+perch%C3%A9+solo+chi+cos%C3%AC+si&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjry4n-wZT2AhVcg_0HHaarCj8Q6AF6BAgFEAM#v=onepage&q=In%20genere%2C%20bisogna%20sentire%20in%20evidenza%20che%20di%20l%C3%A0%20da%20questa%20vita%20terrestre%20vi%20%C3%A8%20una%20vita%20pi%C3%B9%20alta%2C%20perch%C3%A9%20solo%20chi%20cos%C3%AC%20si&f=false p. 154])
*È innegabile la caduta di livello della Chiesa moderna pel fatto che essa a preoccupazioni di carattere sociale e moralistico dà assai più peso che non a quanto ha attinenza con la vera vita sovrannaturale, con l'ascesi e con la contemplazione, punti essenziali di riferimento di ogni superiore forma di religiosità. ([https://books.google.it/books?id=a5DLCQAAQBAJ&pg=PA156&dq=%C3%88+innegabile+la+caduta+di+livello+della+Chiesa+moderna+pel+fatto+che+essa+a+preoccupazioni+di+carattere+sociale+e+moralistico+d%C3%A0+assai+pi%C3%B9+peso+che+non+a+quanto+ha+attinenza+con+la+vera+vita+sovrannaturale,+con+l%27ascesi&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwihrfrZwZT2AhULm6QKHRF5CtQQ6AF6BAgLEAM#v=onepage&q=%C3%88%20innegabile%20la%20caduta%20di%20livello%20della%20Chiesa%20moderna%20pel%20fatto%20che%20essa%20a%20preoccupazioni%20di%20carattere%20sociale%20e%20moralistico%20d%C3%A0%20assai%20pi%C3%B9%20peso%20che%20non%20a%20quanto%20ha%20attinenza%20con%20la%20vera%20vita%20sovrannaturale%2C%20con%20l'ascesi&f=false p. 156])
*Se la nebbia si solleverà, apparirà chiaro che è la «visione del mondo» ciò che, di là da ogni «cultura», deve unire o dividere tracciando invalicabili frontiere dell'anima, che anche in un movimento politico essa costituisce l'elemento primario, perché solo una visione del mondo ha un potere di cristallizzare un dato tipo umano e quindi di dare il tono specifico ad una data comunità.<br>Ora, sulla linea del comunismo vi sono stati casi nei quali qualcosa ha cominciato a penetrare fino ad una tale profondità. Non a torto un uomo politico contemporaneo ha parlato di un mutamento interno e profondo che, manifestandosi quasi nei termini di una ossessione, si produce in coloro che aderiscono veramente al comunismo: essi ne sono mutati nel pensare, nell'agire. Secondo noi è bensì una alterazione o contaminazione fondamentale dell'essere umano: ma essa raggiunge, nei casi in quistione, il piano della realtà esistenziale, cosa che non succede affatto in coloro che reagiscono partendo da posizioni borghesi e intellettualistiche. La possibilità dell'azione rivoluzionario-conservatrice dipende essenzialmente dalla misura in cui negli stessi termini possa agire l'idea opposta, cioè l'idea tradizionale, aristocratica, antiproletaria – tanto da dar luogo a un nuovo realismo e da dar forma, agendo come una visione della vita, ad un tipo specifico di uomo antiborghese, quale sostanza cellulare di nuove élites; di là dalla crisi di ogni valore individualistico e irrealistico. (p. 166)
*La creazione di uno Stato nuovo e di una civiltà nuova sarà sempre cosa effimera quando l'uno e l'altra non abbiano per substrato un uomo nuovo. (p. 198)
*Per le crisi che hanno travagliato e che travagliano la vita dei popoli moderni vengono addotte cause varie cause: storiche generali, sociali, economico-sociali, politiche, morali, culturali e via dicendo, a seconda dei punti di vista. Tuttavia è da porsi un problema superiore ed essenziale: sono, queste, sempre le cause prime, e hanno un carattere automatico come quelle del mondo fisico? E nel quadro di una simile problematica che si definisce il concetto della "guerra occulta". È, questa, la guerra condotta insensibilmente da quelle che, in genere si possono chiamare le forze della sovversione mondiale, con mezzi e in circostanze ignorati dalla corrente storiografia. [...] Ma se si considerano i veri agenti della storia negli speciali aspetti di questa, di cui ora stiamo trattando, le cose stanno diversamente: qui non si può parlare né di subconscio né inconscio, qui noi abbiamo invece a che fare con forze intelligenti le quali sanno benissimo che cosa vogliono e quali sono i mezzi più acconci per il raggiungimento - quasi sempre indiretto di quel che vogliono. La terza dimensione della storia non deve dunque esser fatta svaporare nella nebbia di astratti concetti filosofici e sociologici, ma va pensata come "un dietro le quinte" dove operano precise "intelligenze".
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*Avendo parlato di intellettuali e di realismo, sarà bene precisare ancora un punto. Si è accennato al fatto che le simpatie di alcuni intellettuali pel comunismo hanno un certo carattere paradossale, in quanto il comunismo disprezza il tipo dell'intellettuale come tale, tipo che per esso appartiene, essenzialmente al mondo dell'odiata borghesia. Ora, un atteggiamento del genere può venire condiviso anche da chi appartenga al fronte opposto al comunismo, dato quel che nel mondo contemporaneo esse significano, ci si può opporre ad ogni sopravalutazione della cultura e dell'intellettualità. L'avere per esse quasi un culto, il definire con esse uno strato superiore, quasi una aristocrazia – l' "aristocrazia del pensiero" che sarebbe quella vera, legittimamente soppiantante le forze precedenti di élite e di nobiltà – è un pregiudizio caratteristico dell'epoca borghese nei suoi settori umanistico-liberali. La verità è invece che siffatta cultura e intellettualità non sono che dei prodotti di dissociazione e di neutralizzazione rispetto ad una totalità. Pel fatto che ciò è stato avvertito, l'antintelletualismo ha avuto una parte di rilievo negli ultimi tempi, al titolo di una reazione quasi biologica la quale purtuttavia troppo spesso ha seguito direzioni sbagliate o, per lo meno, problematiche. Non ci soffermeremo però su quest'ultimo punto. Ne abbiamo già trattato in altra sede, parlando dell'equivoco dell'antirazionalismo. Qui vi è solo da mettere in rilievo che esiste un terzo possibile termine di riferimento di là sia da intellettualismo che da antintellettualismo, per un superamento della "cultura" d'intonazione borghese. Tale è la visione del mondo – in tedesco Weltanschauung. La visione del mondo non si basa sui libri, ma su una forma interiore e su una sensibilità aventi un carattere non acquisito ma innato.
*E la visione del mondo può esser più precisa in un uomo senza particolare istruzione che non in uno scrittore, nel soldato, nell'appartenente ad un ceppo aristocratico e nel contadino fedele alla terra che non nell'intellettuale borghese, nel "professore" o nel giornalista. Circa tutto questo, in Italia ci si trova, e non da oggi, in una posizione assai sfavorevole, perché chi fa il buono e il cattivo tempo, chi troneggia nella stampa, nella cultura accademica e nella critica, organizzando vere e proprie massonerie monopolizzatrici, è proprio il tipo deteriore dell'intellettuale, che nulla sa di ciò che è veramente spiritualità, interezza umana, pensiero conforme a saldi principi.
 
*Se la nebbia si solleverà, apparirà chiaro che è la "visione del mondo" ciò che, di là da ogni "cultura", deve unire o dividere tracciando invalicabili frontiere dell'anima, che anche in un movimento politico essa costituisce l'elemento primario, perché solo una visione del mondo ha un potere di cristallizzare un dato tipo umano e quindi di dare il tono specifico ad una data comunità.
*Ora, sulla linea del comunismo vi sono stati casi nei quali qualcosa ha cominciato a penetrare fino ad una tale profondità. Non a torto un uomo politico contemporaneo ha parlato di un mutamento interno e profondo che, manifestandosi quasi nei termini di una ossessione, si produce in coloro che aderiscono veramente al comunismo: essi ne sono mutati nel pensare, nell'agire. Secondo noi è bensì una alterazione o contaminazione fondamentale dell'essere umano: ma essa raggiunge, nei casi in quistione, il piano della realtà esistenziale, cosa che non succede affatto in coloro che reagiscono partendo da posizioni borghesi e intellettualistiche. La possibilità dell'azione rivoluzionario-conservatrice dipende essenzialmente dalla misura in cui negli stessi termini possa agire l'idea opposta, cioè l'idea tradizionale, aristocratica, antiproletaria – tanto da dar luogo a un nuovo realismo e da dar forma, agendo come una visione della vita, ad un tipo specifico di uomo antiborghese, quale sostanza cellulare di nuove élites; di là dalla crisi di ogni valore individualistico e irrealistico.
==''Orientamenti''==
*È importante, è essenziale, che si costituisca una élite la quale, in una raccolta intensità, definisca secondo un rigore intellettuale ed un'assoluta intransigenza l'idea, in funzione della quale si deve essere uniti, ed affermi questa idea soprattutto nella forma dell'uomo nuovo, dell'uomo della resistenza, dell'uomo dritto fra le rovine. Se sarà dato andar oltre questo periodo di crisi e di ordine vacillante e illusorio, solo a quest'uomo spetterà il futuro. Ma quand'anche il destino che il mondo moderno si è creato, e che ora sta travolgendolo, non dovesse esser contenuto, presso a tali premesse le posizioni interne saranno mantenute: in qualsiasi evenienza ciò che potrà esser fatto sarà fatto e apparterremo a quella patria, che da nessun nemico potrà mai essere né occupata né distrutta.