Julius Evola: differenze tra le versioni

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→‎Gli Uomini e le Rovine: colloco nella sezione.
→‎Gli Uomini e le Rovine: L'anteprima è limitata, cerco di sistemare, ma questa, ad esempio: "La creazione di uno Stato nuovo e di una civiltà nuova sarà sempre cosa effimera quando l'uno e l'altra non abbiano per substrato un uomo nuovo" è citata nell'introduzione e non appartiene a questa opera.
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== ''Gli Uomini e le Rovine'' ==
*Il riconoscimento da parte dell'inferiore è la base di ogni gerarchia normale e tradizionale. Non è il superiore che ha bisogno dell'inferiore, ma è l'inferiore che ha bisogno del superiore.
*Compito essenziale è dunque formulare una adeguata dottrina, tener fermo a principi rigorosamente pensati e, partendo da ciò, dar forma a qualcosa di simile, appunto, ad un Ordine. Questa élite, differenziandosi su un piano che si definisce in termini di virilità spirituale, di decisione e di impersonalità, su un piano dove cessa di aver forza e valore qualsiasi vincolo naturalistico, sarà la portatrice di un nuovo principio di imprescrivibile autorità e sovranità, saprà accusare la sovversione e la demagogia in qualunque forma esse si presentino, arresterà il moto discendente del vertice e ascendente della base. Da essa, come da un seme, potrà trarre vita un organismo politico e una integrata nazione, in una dignità non diversa da quelle già create da una grande tradizione politica europea. Tutto il resto non è che pantano, dilettantismo, irrealismo, obliquità. (p. 80)
*La legittimazione più alta e reale di un vero ordine ''politico'', epperò dello stesso Stato, sta nella sua funzione ''anagogica'': nel suo suscitare e alimentare la disposizione del singolo ad agire e pensare, a vivere, lottare ed eventualmente a sacrificarsi in funzione di qualcosa che va di là della sua semplice individualità. (p. 90)
*[...] tutti gli aspetti esteriori di potenza e di progresso tecnico-industriale della civiltà contemporanea non mutano nulla nel carattere involutivo di essa. Diciamo di più, essi ne dipendono, perché tutto questo apparente  «progresso» è stato realizzato quasi esclusivamente in funzione dell'interesse economico in quanto ha preso la mano su ogni altro. (p. 111)
*La legittimazione più alta e reale di un vero ordine ''politico'', epperò dello stesso Stato, sta nella sua funzione ''anagogica'': nel suo suscitare e alimentare la disposizione del singolo ad agire e pensare, a vivere, lottare ed eventualmente a sacrificarsi in funzione di qualcosa che va di là della sua semplice individualità. (p. 90)
*A lato della romanità delle origini, che riprodusse in forma speciale e originale un tipo di cultura e di costume comune alle principali civiltà superiori indoeuropee, ve ne è una grecizzata in senso negativo, ve ne è una "punicizzata", ve ne è una "ciceroniana", ve ne è una asiaticizzata, ve ne è una cattolica e così via. I punti di riferimento non vanno cercati in esse. Quel che in esse può esserci di valido, ai nostri fini lo si può ricondurre alla prima. Questa romanità originaria ebbe la sua base in una figura umana definita da un certo gruppo di disposizioni tipiche. In primo luogo sono da considerarsi un'attitudine dominata, un'audacia illuminata, un parlare conciso, un agire preciso e coerente quanto medidato, un freddo senso di dominio, alieno da personalismo e da vanità. Allo stile romano appartengono la "''virtus''" non come moralismo bensì come virilismo e coraggio, epperò la "''fortitudo''" e la "''constantia''", cioè la forza d'animo; la "''sapientia''", nel senso di riflessività, di consapevolezza; la "''disciplina''" come amore per una propria legge e una propria forma; la "''fides''" nel senso specificatamente romano di lealtà e di fedeltà; la "''dignitas''", la quale nell'antica aristocrazia patrizia si potenziava in "''gravitas''" e "''solemnitas''", in misurata, seria solennità. Sempre allo stesso stile appartengono l'agire preciso, senza grandi gesti; un realismo che non significa materialismo bensì amore per l'essenziale; l'ideale della chiarezza, un equilibrio interno e una diffidenza per ogni abbandono dell'anima e per ogni confuso misticismo; un amore pel limite; l'attitudine ad unirsi senza confondersi, in vista di un fine superiore o per un'idea da esseri liberi. Possono aggiungersi anche la "''religio''" e la "''pietas''", non significanti la religiosità nel senso più recente, significanti invece, pel Romano, un atteggiamento di rispettosa e dignitosa venerazione, e in pari tempo, di fiducia, di riconnessione nei riguardi del sovrasensibile, sentito presente ed agente presso le forze umane individuali, collettive e storiche. Del pari, questi elementi di stile hanno una loro evidenza, non sono legati a tempi trascorsi, possono in qualsiasi periodo agire come forze informatrici del carattere e valere come ideali non appena si desti una vocazione corrispondente. Inoltre, non è il caso di pensare che essi dovrebbero essere fatti propri da tutti gli individui: ciò sarebbe assurdo e, del resto, non necessario: basterebbe che nella nazione un certo strato, tenuto a dare il tono al resto, li incorporasse.
*Vi è di più, per quel che riguarda i problemi interni di un popolo. Là dove si promuove, od anche soltanto non si combatte, l'indiscriminato accrescimento demografico, sono da attendersi gli effetti deleteri della legge della controselezione. Di fatto, sono le razze inferiori e gli strati sociali più bassi quelli più prolifici. Così si può dire che mentre il numero degli elementi superiori, più differenziati, aumenta in proporzione aritmetica, quello degli elementi inferiori cresce in proporzione geometrica, il che ha per risultato una fatale involuzione dell'insieme. Lo sfaldarsi e poi il franare dei grandi organismi imperiali è spesso avvenuto proprio in seguito a ciò: Come per una marea dal basso, per un dilatarsi teratologico della base, costituita da un elemento promiscuo e proletario. Vale qui ricordare che il termine proletario deriva da ''proles'' e riporta all'idea di un' animalesca prolificità. Come giustamente ha notato il Marenshkowkij, esso si applicava soprattutto a coloro la cui unica capacità creativa era quella di generare figli - uomini nel corpo ma quasi enunchi nello spirito; siffatta direzione, nel suo logico sviluppo, conducendo verso quella società ideale in cui non esistono più classi, anzi né uomini né donne ma compagni e compagne, quasi cellule asessuate di un immenso formicaio.
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*La libertà va intesa e difesa in modo non meno qualitativo e differenziato della stessa persona; ognuno ha la libertà che gli spetta, misurata dalla statura e dalla dignità della sua persona o dalla sua funzione, non dal fatto astratto ed elementare del suo essere semplicemente uomo o «cittadino» [...] (p. 84)
*La misura di ciò che si può esigere dagli altri è data da ciò che si sa esigere da sé stessi; non saprebbe dominare secondo giustizia gli altri e dare ad essi una legge chi non abbia capacità di dominare anzitutto sé stesso e di dare a sé stesso una legge. (da [https://books.google.it/books?id=a5DLCQAAQBAJ&pg=PA88&dq=La+misura+di+ci%C3%B2+che+si+pu%C3%B2+esigere+dagli+altri+%C3%A8+data+da+ci%C3%B2+che+si+sa+esigere+da+s%C3%A9+stessi;+non+saprebbe+dominare&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjK68CewpT2AhUDwKQKHeNhCdEQ6AF6BAgDEAM#v=onepage&q=La%20misura%20di%20ci%C3%B2%20che%20si%20pu%C3%B2%20esigere%20dagli%20altri%20%C3%A8%20data%20da%20ci%C3%B2%20che%20si%20sa%20esigere%20da%20s%C3%A9%20stessi%3B%20non%20saprebbe%20dominare&f=false ''Gli Uomini e le Rovine'', Edizioni Mediterranee, Roma 2013, p. 88])
*[...] tutti gli aspetti esteriori di potenza e di progresso tecnico-industriale della civiltà contemporanea non mutano nulla nel carattere involutivo di essa. Diciamo di più, essi ne dipendono, perché tutto questo apparente  «progresso» è stato realizzato quasi esclusivamente in funzione dell'interesse economico in quanto ha preso la mano su ogni altro. (p. 111)
*In genere, bisogna sentire in evidenza che di là da questa vita terrestre vi è una vita più alta, perché solo chi così si sente dispone di una forza infrangibile e intravolgibile, solo costui sarà capace, ove occorra, di una prontezza al sacrificio attivo e di uno slancio assoluto. (da [https://books.google.it/books?id=a5DLCQAAQBAJ&pg=PA154&dq=In+genere,+bisogna+sentire+in+evidenza+che+di+l%C3%A0+da+questa+vita+terrestre+vi+%C3%A8+una+vita+pi%C3%B9+alta,+perch%C3%A9+solo+chi+cos%C3%AC+si&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjry4n-wZT2AhVcg_0HHaarCj8Q6AF6BAgFEAM#v=onepage&q=In%20genere%2C%20bisogna%20sentire%20in%20evidenza%20che%20di%20l%C3%A0%20da%20questa%20vita%20terrestre%20vi%20%C3%A8%20una%20vita%20pi%C3%B9%20alta%2C%20perch%C3%A9%20solo%20chi%20cos%C3%AC%20si&f=false ''Gli Uomini e le Rovine'', Edizioni Mediterranee, Roma 2013, p. 154])
*È innegabile la caduta di livello della Chiesa moderna pel fatto che essa a preoccupazioni di carattere sociale e moralistico dà assai più peso che non a quanto ha attinenza con la vera vita sovrannaturale, con l'ascesi e con la contemplazione, punti essenziali di riferimento di ogni superiore forma di religiosità. (da [https://books.google.it/books?id=a5DLCQAAQBAJ&pg=PA156&dq=%C3%88+innegabile+la+caduta+di+livello+della+Chiesa+moderna+pel+fatto+che+essa+a+preoccupazioni+di+carattere+sociale+e+moralistico+d%C3%A0+assai+pi%C3%B9+peso+che+non+a+quanto+ha+attinenza+con+la+vera+vita+sovrannaturale,+con+l%27ascesi&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwihrfrZwZT2AhULm6QKHRF5CtQQ6AF6BAgLEAM#v=onepage&q=%C3%88%20innegabile%20la%20caduta%20di%20livello%20della%20Chiesa%20moderna%20pel%20fatto%20che%20essa%20a%20preoccupazioni%20di%20carattere%20sociale%20e%20moralistico%20d%C3%A0%20assai%20pi%C3%B9%20peso%20che%20non%20a%20quanto%20ha%20attinenza%20con%20la%20vera%20vita%20sovrannaturale%2C%20con%20l'ascesi&f=false ''Gli Uomini e le Rovine'', Edizioni Mediterranee, Roma 2013, p. 156])