Petronio Arbitro: differenze tra le versioni

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*Ahimè, grida, più a lungo vive il vino che un omuncolo. È bene che noi badiamo a titillarci la gola, ché la vita si spiega tutta nel vino. (cap. XXXIV; 1982, p. 57)
:Ahiahi, che ci campa più il vino, qui, che l'omettino! Bisogna che ci facciamo le spugne, noi, allora, che è la vita che è il vino. (1991)
 
*Ohimé, ohimé! Siamo sacche gonfie che camminano. Valiamo meno delle [[Mosca (zoologia)|mosche]]. Quelle almeno un po' di forza ce l'hanno; noi non abbiamo più consistenza delle bolle. (cap. XLII)
:Ahiahi, che siamo proprio gli otri gonfiati che ce ne andiamo a spasso, noi, che siamo meno che una mosca, che le mosche ci hanno un po' la loro vitalità, almeno, ma che noi, invece, non siamo più che una bolla. (1991)
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*Il caso volle che il padrone andasse a Capua per vendere qualche cianfrusaglia fuori uso. Approfitto dell'occasione e persuado un nostro ospite ad accompagnarmi fino al quinto miglio. Si trattava d'un soldato coraggioso come un leone. Ci avviammo al canto del gallo: splendeva una luna che pareva giorno. Ma, arrivati a certe tombe, il mio uomo si nasconde a fare i suoi bisogni tra le pietre, mentre io continuo a camminare canticchiando e mi metto a contarle. Mi volto e che ti vedo? Il mio compagno si spogliava e buttava le vesti sul ciglio della strada. Mi sentii venir meno il respiro e cominciai a sudare freddo. Sennonché quello si mette a inzuppare di orina le vesti e diventa d'improvviso un lupo. (LXII, 1994)
*Sono stati gli [[dèi|Dei]] più importanti che mi hanno fatto tornare uomo. Infatti Mercurio, che conduce e riconduce le anime, mi ha restituito quello che mi aveva tolto. Perciò sappi che adesso sono fornito meglio di Protesilao e degli altri eroi antichi. Guarda qua. E detto questo, sollevai la tunica, rimettendomi al suo giudizio. E lui dapprima fa un balzo indietro atterrito, ma poi quasi non credendo ai suoi occhi, mi afferra con le mani [[pene|quel dono degli Dei]]. (CXL; 1987)
*Infatti, come mai potrebbero vivere i ciarlatani e gl'imbroglioni, se non gettassero l'amo all'ingenua turba con qualche scrignetto o qualche borsa piena di denaro sonante? Come i pesci si prendono coll'esca, così gli uomini non si potrebbero gabbare, se non si desse loro qualche speranza da mordere. (CXL; 1912, pp. 218-219)
*Già non v'è [[carne]] al mondo che piaccia di per sé; vi si mette sempre qualche condimento per renderla accetta agli stomachi difficili. (CXLI; 1912, p. 220)