Licurgo Cappelletti: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: nota Maria Teresa d'Austria
→‎Citazioni: Cosimo Ridolfi
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*La nomina di [[Luigi Cibrario|Cibrario]] {{NDR|al ministero delle Finanze nel governo di Massimo d'Azeglio}} fu soggetto di severi commenti: tutti si meravigliavano, e giustamente, che a un dicastero così importante fosse proposto un uomo, perito nelle storiche e nelle letterarie discipline, ma di cose amministrative e finanziarie totalmente digiuno. (vol. I, cap. VII, p. 170)
 
*Il marchese [[Cosimo Ridolfi]], già aio degli arciduchi Ferdinando e Carlo, per antica dimestichezza affezionato alla dinastia, scrisse una lettera al granduca {{NDR|Leopoldo II di Toscana}}, nella quale gli mostrò come fosse giunto il momento di decidersi, abbracciando una politica nazionale e abbandonando quella reazionaria e anti-italiana, fino allora seguita. La lettera terminava col consigliare il sovrano ad abdicare in favore dell'arciduca Ferdinando, principe ereditario<ref>Ferdinando IV d'Asburgo-Lorena.</ref>. Lo scritto del marchese Ridolfi pervenne a Leopoldo II alle 9 ant. del giorno 27 aprile; pochi minuti dopo, al latore della medesima fu data la seguente laconica risposta: «Sua Altezza ringrazia». (vol. II, cap. II, p. 31)
 
*{{NDR|[[Francesco II delle Due Sicilie]]}} [...] giovine d'indole buona, ma guasto dalla educazione ricevuta. Tenuto sempre lontano dal governo, di cui gli facevano soltanto appurare i formulari ed i regolamenti intramezzati dalle massime di puro dispotismo, e sottoposto alla matrigna Maria Teresa d'Austria<ref>Maria Teresa d'Asburgo-Teschen (1816 – 1867), arciduchessa austriaca, seconda moglie di Ferdinando II di Borbone.</ref>, che voleva farne un imbecille per sostituirgli sul trono Luigi conte di Trani, figlio di lei primogenito; questo principe infelice prendeva le redini dello Stato in un momento, in cui l'idea dell'unità nazionale si faceva gigante, e si presentava agli oppressi popoli del mezzogiorno, come unico mezzo per redimerli da un governo divenuto insopportabile ad un popolo civile. (vol. II, cap. VIII, p. 175)