Francesco II delle Due Sicilie: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 25:
*Francesco II era più infelice di me, perché soffriva insulti e maltrattamenti nel suo palazzo peggio di me. Vigilato e sorvegliato da tre polizie, la papale, la francese e quella del comitato liberale. ([[Carmine Crocco]])
*Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di Francesco secondo. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità , colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquattro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo. Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone. ([[Matilde Serao]])
*Giovine d'indole buona, ma guasto dalla educazione ricevuta. Tenuto sempre lontano dal governo, di cui gli facevano soltanto appurare i formulari ed i regolamenti intramezzati dalle massime di puro dispotismo, e sottoposto alla matrigna Maria Teresa d'Austria, che voleva farne un imbecille per sostituirgli sul trono Luigi conte di Trani, figlio di lei primogenito; questo principe infelice prendeva le redini dello Stato in un momento, in cui l'idea dell'unità nazionale si faceva gigante, e si presentava agli oppressi popoli del mezzogiorno, come unico mezzo per redimerli da un governo divenuto insopportabile ad un popolo civile. ([[Licurgo Cappelletti]])
*Il [[Montezuma]] di Gaeta. ([[Antonio Ghirelli]])
*La ridicolizzazione attraverso cui la storiografia post-risorgimentale ha consegnato ai posteri un'immagine storpiata di quel sovrano, è nient'altro che un'ennesima manifestazione di infierimento su un vinto. ([[Paolo Mieli]])