Alan Duff: differenze tra le versioni

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*Ehi ragazzi. Sapete che cosa ho ereditato come maori? [...] Schiavi. [...] La mia famiglia era di schiavi. [...] La mia parte degli Heke discende da uno schiavo. Un tizio preso prigioniero dal nemico quando avrebbe dovuto, avrebbe ''voluto'', morire. In battaglia. [...] Quando ero piccolo, io e i miei fratelli e le mie sorelle, non ci era permesso di giocare con molte altre famiglie nel nostro pa<ref name=pa/>. Nossignore, non gli Heke. Non giocare con loro, ti verrà il morbo dello schiavo. Così dicevano. [...] Vedete, figlioli, essere guerriero e farsi catturare in battaglia era un'onta. Niente di peggio, eh. Meglio morire. Così noi Heke, ''innocenti'', abbiamo dovuto subirci la merda per essere discendenti da questo impiastro di un coglione di antenato. Bah... (pp. 125-126)
*Noi maori ci allenavamo alla schiavitù come quei poveri neri hanno dovuto fare in America. È sorpresa dalla passione, l'emozione che ha nella voce. Eppure a leggere i giornali, alla TV ogni dannato giorno, ti verrebbe da pensare di discendere da un branco di angeli, e che i diavoli sono i pakeha<ref name=pakeha/>. Schiocca la lingua: Come volevasi dimostrare, siamo tutti buoni e siamo tutti cattivi. Pensa, Schiavi... (Come hanno osato crescere mio marito nella convinzione di essere uno schiavo.) (p. 127)
*Ti meravigli che questi ragazzi vengono su con il rancore dentro, eh? C'è forse da meravigliarsi che crescono restando quasi bambini in cuor loro; è perché la gente, gli adulti, la società incasinata da cui escono, non si accorge di loro, non fanno sogni, ''sogni'', per i loro figli; e quando vengono chiusi in questi riformatori perché sono stati cattivi, la gente che ci lavora pensa che la prima e sola cosa che devono fare è raddrizzarli. Dargli una raddrizzata, porca troia. Pure non tratterebbero un cane in quel modo se gli mandassero un cane che è stato preso a calci per tutta la vita, continuando a prenderli a calci ma sotto un nome diverso, e aspettandosi che al cane non venga voglia di morderti. Ti pare? (p. 140)
 
==Note==