Alan Duff: differenze tra le versioni

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*Si costruisce un'immagine del magistrato, del suo ambiente, pensa alla bella casa da cui deve venire, uno che non ha mai visto suo padre picchiare sua madre per non aver cucinato per uno dei suoi amici uova fritte da servire con bollito di carne con patate.<br>Lui non è mai stato svegliato dal pieno del sonno o messo nelle condizioni di non dormire per il fragore del litigio che si è scatenato di sotto. Lui non ha provato niente di quello che le persone davanti a lui come Boogie hanno dovuto sopportare. Eppure lui è lì a spiegare al povero Boogie che ragazzo cattivo che è.<br>[...] Tutto liscio per quello lì, lassù, scommetto che è stato in qualche scuola bene e ah naturalmente all'università; e proprio come i ragazzi pakeha della mia classe scommetto che quando era piccolo gli leggevano, lo incoraggiavano con i compiti, gli facevano anche dei corsi privati se aveva difficoltà in qualche materia. Loro fanno così per i loro figli, i pakeha. Non quelli scalcagnati, del resto la gran parte dei pakeha non vengono da famiglie scalcagnate. (p. 36)
*Cavallo e carrozza, amore e matrimonio, sigaretta e [[birra]]. (Birra e cazzotti. Birra e mutazione della personalità. Birra e...) [...] Birra e cultura. Cultura? Birra e cultura maori. È la nostra linfa vitale. Noi viviamo per la nostra birra. Lo hanno fatto i miei quanto a quelli di Jake, ce n'è così di storie che mi ha raccontato su come tracannavano. Si capisce che è mezzo matto. (p. 44)
*Diavolo, non so, ci dev'essere qualcosa nella natura maori che ci rende scapestrati, più inclini a violare la legge. Eppure siamo brava gente. Fondamentalmente siamo buoni. Mettiamo in comune le cose. Siamo pronti a toglierci la camicia di dosso per darla a qualcun altro. (Finché non sei vissuto per un po' a Pine Block, s'intende, poi t'incallisci, succede a quasi tutti.) E abbiamo questa... Beth pensa e pensa, cerca di far corrispondere alla sua comprensione istintiva una parola adatta: passione. Abbiamo passione, noi maori. O forse è stile. Ma non come lo stile dei neri che si vede in televisione per come sono eleganti, alla moda, tosti, e come si muovono con quel loro andamento ritmico da neri, no, non così, ma un incrocio tra quello e i bianchi che sono meno appariscenti. Oh, e lo spirito, se siamo gente spiritosa. Ridacchia fra sé. Ma quanto a cose no, noi non abbiamo ''cose''. Nel senso di oggetti. Beni materiali. E chi ne ha bisogno? Mai conosciuto un maori che avesse la fregola di possedere ''roba''. È qui, battendosi la mano più o meno sul cuore, è qui dove vogliamo appagamento. Si batte la mano sul ventre. E anche qui. Ride. Cibo. Adoriamo il nostro cibo. Anche quando sappiamo che ci fa male, o che addirittura ci ammazza in anticipo. Noi diciamo, E chi se ne frega, non fa niente, è stato bello finché è durato. Com'è che dicono? Svogliato. Così. Noi siamo una razza svogliata. Eccetto quando siamo ubriachi. Allora ci viene la voglia. Di menare il prossimo. (p. 47)
 
==Bibliografia==