Alan Duff: differenze tra le versioni

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*Maschi: con quel loro chiodo fisso che devono essere ''duri''. È la cosa più importante al mondo per loro. Specialmente per i maori. Non che i maschi [[Pākehā|pakeha]] a scuola siano molto meglio. Tutti stupidi. (p. 21)
*Jake il Muss, così lo chiamano i suoi amici, gli amici che gli strisciano davanti. Muss sta per muscoli. Lo adorano per la sua forza. Fa niente che ieri, se non è stato stamattina presto, ha pestato mia madre. Non si scompongono per quello, è sempre il loro eroe. (p. 22)
*Io non faccio uova fritte con cibi bolliti. Neanche morta. Quello che servo è quello che avrete da mangiare. Non sei soddisfatto, vai a farti un giro, Jim. Non siamo in un cazzo di ristorante qui e io non sono la schiava di nessuno. Nemmeno sua. Grace immagina la mamma che indica suo padre. E Grace ha paura per lei. Ha paura per la sua integrità fisica e si domanda ''perché'' se le tira addosso una buona metà delle volte? Sa com'è papà. Qualcuno che dice qualcosa, Grace non capisce bene, ma sente chiara la mamma: Che diavolo intendi con la maniera maori? Voi vi chiamate maori? Poi Jake che le dice di tagliare, donna. E lei che gli dice di andare all'inferno. Ha le sue opinioni e ha il diritto di esprimerle. E ci torna sopra: maori, eh? C'è un solo qui dentro che sa parlare in maori? Nessuna risposta. Che cosa sappiamo della nostra cultura? La sua voce è emozionata, come diventa quando ha bevuto troppo, oppure com'è comunque quando le salta una mosca al naso. Voci maschili, un coro, a dirle di tapparsi la bocca e mettersi a sedere e che ha una bella faccia tosta a parlargli in quel modo. Ma Beth che non demorde. Gli dice che il maori una volta aveva una cultura ed era orgoglioso e conosceva l'arte del guerreggiare, non questa merda di strafottenza buona solo a pestare le donne, vorreste forse chiamarla virilità? Non è virilità, è poco ma sicuro non è il comportamento di un guerriero maori. Chiedetevi allora che siete.<br>Ma gli uomini non ascoltano, Grace sente una voce che dice, Basta così. Non me ne starò qui a sentire una donnetta che parla così agli uomini. Rumore di seggiole sul pavimento, poi Jake: Chiedi scusa, Beth. Silenzio. ''Neanche per sogno che non chiedo scusa! Di che cosa mi devo scusare? DIGLIELO A LUI di chiedere scusa!''<br>Poi li sente che se ne vanno tutti. Finalmente lo sbattere della porta. Silenzio di nuovo. Grace che tiene gli occhi chiusi, stretti stretti, si tira la coperta sopra la testa aspettando l'inevitabile. E arriva.<br>E Grace è sotto la sua coperta a muovere la bocca rapidamente ma regolarmente da parte a parte e a spargere un aaaahhhh a bassa voce sotto la coperta, che soffoca completamente il grido. Non si permette nemmeno di pensarci. Sono pensieri che verranno più tardi. (pp. 28-29)
 
==Bibliografia==