Alan Duff: differenze tra le versioni

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*Per ore di fila, certe volte, guardava là fuori gli specchi della sua esistenza, là sotto la finestra della camera sua e di Jake. E si sentiva come una spia. A spiare la mia gente. Loro là fuori. Noi. I nessuno senza meta che popolano questo bassofondo di proprietà dello stato, metà di noi dallo stato mantenuti. I [[Māori|maori]]. Che sono la maggior parte di noi.<br>A sentirsi come un traditore in mezzo alla sua gente perché così spesso i suoi pensieri si trasformavano in disgusto, disapprovazione, vergogna, qualche volta collera, odio persino. Per loro, la sua gente. E come tiravano la carretta. Le restrizioni che imponevano a se stessi (e ai loro figli che non potevano scegliere) prendendo per vita quell'arrancare quotidiano, quell'accettazione di essere un popolo inferiore; e a bersi la vita e l'alcol a rendere tutto distorto e deforme e violento.<br>E niente sogni. (p. 2)
*Si era messa a ricordare tutte le abitazioni dov'era stata, case dei parenti, la propria casa dell'infanzia, gli amici. Niente. Non c'erano libri. Pensò ''perché''? Quasi in preda all'angoscia. Perché i maori non s'interessano ai libri? Vero è che non avevano una lingua scritta prima dell'arrivo dell'uomo bianco, forse era per quello. Ma ne era angustiata lo stesso. E aveva cominciato a pensare che era perché una società senza libri non aveva uno schifo di possibilità nel mondo moderno. E io ci vivo dentro, no? io e i miei figli. (p. 5)
*Una volta Beth aveva visto un ragazzino, oh, poveraccio, in un pomeriggio piovoso dalla finestra della sua camera, una carcassa dall'altra parte della via, e dai movimenti aveva capito che il poveretto si stava masturbando. L'aveva fatta piangere. Aveva abbassato gli occhi e pianto. Amore, aveva pensato. È tutto quello che chiede quel bambino, amore. E deve prenderlo da se stesso perché altra fonte non esiste, le aveva detto l'istinto. Le era venuta la voglia di correre giù a prenderlo per portarselo a letto e, sai, fargli un bel servizio con i fiocchi. Giusto per farlo star bene. (pp. 11-12)
*Maschi: con quel loro chiodo fisso che devono essere ''duri''. È la cosa più importante al mondo per loro. Specialmente per i maori. Non che i maschi [[Pākehā|pakeha]] a scuola siano molto meglio. Tutti stupidi. (p. 21)
*Jake il Muss, così lo chiamano i suoi amici, gli amici che gli strisciano davanti. Muss sta per muscoli. Lo adorano per la sua forza. Fa niente che ieri, se non è stato stamattina presto, ha pestato mia madre. Non si scompongono per quello, è sempre il loro eroe. (p. 22)
 
==Bibliografia==