Alan Duff: differenze tra le versioni

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*Siamo un popolo di duri. Se ne può accorgere chiunque vedendo gli All Blacks che fanno la Haka, la tradizionale danza di guerra, prima delle partite.
*Per un guerriero maori il tatuaggio era importantissimo, oggi non più. Nessun maori educato si fa tatuare il corpo. Un maori educato non è diverso da un tedesco educato. I moko della tradizione li abbiamo incisi nel cuore.
 
==''Erano guerrieri''==
===[[Incipit]]===
Bastardo, le veniva da pensare guardando dietro casa, dalla finestra della cucina. Fortunato bastardo di un bianco, a quello scorcio di casa di due piani nella sua cinta di grandi alberi antichi e la sua oh così rassicurante più larga cinta di ondulati pascoli verdi, mentre lei – Schiocchando la lingua, Ah se ne vada al diavolo. Oppure buona fortuna a lui, se non era di luna troppo storta.<br>Buona fortuna a te, uomo bianco, per essere nato nel tuo dolce mondo, e malasorte a te, Beth Heke (che era stata una Ransfield ma non che la vita fosse poi tanto meglio allora), per essere la moglie di una merda. Eppure gli voglio bene. È più forte di me, amo quel bastardo nero he gli prudono i pugni. E si accendeva un'altra cicca e tutte le volte faceva aaah nella mente e qualche volta a voce alta perché le piaceva la prima botta contro il fondo della gola, e socchiudeva gli occhi nel fumo. E pensava.
 
===Citazioni===
*Per ore di fila, certe volte, guardava là fuori gli specchi della sua esistenza, là sotto la finestra della camera sua e di Jake. E si sentiva come una spia. A spiare la mia gente. Loro là fuori. Noi. I nessuno senza meta che popolano questo bassofondo di proprietà dello stato, metà di noi dallo stato mantenuti. I [[Māori|maori]]. Che sono la maggior parte di noi.<br>A sentirsi come un traditore in mezzo alla sua gente perché così spesso i suoi pensieri si trasformavano in disgusto, disapprovazione, vergogna, qualche volta collera, odio persino. Per loro, la sua gente. E come tiravano la carretta. Le restrizioni che imponevano a se stessi (e ai loro figli che non potevano scegliere) prendendo per vita quell'arrancare quotidiano, quell'accettazione di essere un popolo inferiore; e a bersi la vita e l'alcol a rendere tutto distorto e deforme e violento.<br>E niente sogni. (p. 2)
*Si era messa a ricordare tutte le abitazioni dov'era stata, case dei parenti, la propria casa dell'infanzia, gli amici. Niente. Non c'erano libri. Pensò ''perché''? Quasi in preda all'angoscia. Perché i maori non s'interessano ai libri? Vero è che non avevano una lingua scritta prima dell'arrivo dell'uomo bianco, forse era per quello. Ma ne era angustiata lo stesso. E aveva cominciato a pensare che era perché una società senza libri non aveva uno schifo di possibilità nel mondo moderno. E io ci vivo dentro, no? io e i miei figli. (p. 5)
 
==Bibliografia==
*Alan Duff, ''Erano guerrieri'', traduzione di Tullio Dobner, Edizioni Frassinelli, 1995, ISBN 88-7684-319-1
 
==Filmografia==