Ghetto di Roma: differenze tra le versioni

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cat. Ebraismo
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*Lo errante e disperso Israele ebbe a patire sotto [[Papa Leone XII|Leone XII]] battiture da secoli di mezzo. Fu bandito che gli Ebrei in potestà del papa non potevano possedere, e avevano a vendere in breve termine i possessi presenti, e a contentarsi di vivere chiotti chiotti in quei loro luridissimi ghetti chiusi sotto chiavistello la notte. ([[Giuseppe Montanelli]])
 
*{{NDR|Sul rastrellamento nazista degli ebrei nel Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943}} Nonostante le apprensioni e i tristi pensieri, le giornate degli ebrei romani trascorrono dunque tra quella fine di settembre e la metà di ottobre come sempre. Nelle vie dell'antico quartiere la gente circola, chiacchiera, ragazzi e ragazze scherzano, amoreggiano, i bambini giocano come di consueto. Gli artigiani non hanno chiuso le loro botteghe. I negozi sono aperti. Anzi gli affari non vanno troppo male. Proprio in quei giorni si affacciano nuovi clienti: ufficiali, sottufficiali, soldati tedeschi. Hanno metodi educati e non contrattano. Questi tedeschi – pensano a Portico d’Ottavia – non fanno nessuna differenza fra negozi di ebrei e di non ebrei, fra un «ariano» e un «giudeo». ([[Fausto Coen]])
 
*Tanto singolare, e in qualche modo autonoma, era la vita nel Ghetto, che persino il diritto dovette piegarsi ad introdurre speciali istituti, come il cosiddetto «ius gazagà»: esso contemperava il divieto di possedere in proprietà gli alloggi, che quindi erano di proprietà di Cristiani; ma la corresponsione del fitto, stabilito dall'autorità, consentiva una facoltà d'uso indeterminato che si poteva perfino editare! ([[Armando Ravaglioli]])