Giovanni Angelo Montorsoli: differenze tra le versioni

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Corrado Ricci
 
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*Il classicismo, invadente nell'arte del Montorsoli, le toglie, col suo peso accademico, la naturale vivezza, il senso di forma in movimento istillato da Michelangelo. ([[Adolfo Venturi (storico dell'arte)]])
 
*Uomo di chiesa, frate servita, il Montorsoli dona poco dell'arte sua alla chiesa, e tutto il suo spirito, tutta la sua commozione, profonde nelle figure che interpretano le sue fantasie. Vi è una terracotta a Berlino, nel museo Federico, raffigurante una donna disperata, forse studio per una delle sue fonti, dove par di sentire il fremito del nudo angosciato, che nell'urlo si raccoglie e s'accascia. E la terracotta non uguaglia la ''Scilla'' della fontana del ''Nettuno'' a Messina in libertà di movimento pittorico, benché alla creta il Montorsoli dia pastosità di colore, tendendo ad arco le forme turgide, gonfie di linfa. Così il maestro rivela le sue tendenze, come già le aveva rivelate primamente nel satiro suonatore del monumento ''Sannazzaro'', e nel ''Marsia'' legato tragicamente all'albero, figure che rompono gli effetti accademici del mausoleo per portarsi tra i boschi e le selve. Dall'Accademia, dalla tradizione del Sanzio, dalla maestà di Michelangelo, sembra che il Frate, buttata la tonaca alle ortiche, si fugga incontro a forme barocche, scrollando da sé il gelo dell'accademia, il meccanismo raffaellesco, il peso dello sforzo michelangiolistico. ([[Adolfo Venturi (storico dell'arte)]])
 
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