Gioachino Rossini: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni su Gioachino Rossini: Girolamo Alessandro Biaggi
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*Il genio di Rossini era fecondo come quello di Napoleone: dovunque esso toccava dava vita a nuove e vigorose energie. Il contatto di Napoleone creava gli eroi, quello di Rossini i cantanti. ([[Gino Monaldi]])
*Il Rossini al pari del Goethe compone con fronte serena e col fuoco alle mani, di sorta che tu vedi muovere sulla scena alcune bellissime ombre, ma quasi mai una viva creatura vittima della passione traboccante. L'anima sua non perde mai la serenità, tanto che egli crea uno Stabat allegro e facile, e non mesto e profondo. Fantasia ariostesca, ma anche ironia ariostesca ha il Rossini. E dietro ai personaggi tragici parmi sempre di scorgere Figaro che li beffa. ([[Nicola Marselli]])
*Napoleone I e Gioachino Rossini sono i più grandi uomini del secolo nostro. La sua patria si vanta di lui, come la Grecia si vantò d'Omero o di Tacito Roma. ([[Francesco Regli]])
*Nella ''Matilde di Schabran'', composta nel carnevale del 1824 pel Teatro Tordinona di Roma, il Rossini versò fiumi di fantasia. Di idee melodiche nuove di getto, di motivi originalissimi, di geniali e vivacissime ''cabalette'', di ''adagi'' spiranti la grazia più gentile e i più gentili sentimenti, ve n'ha una vera dovizia. Nella ''Matilde di Schabran'', come uscì dalle mani del Rossini, c' è materia bastante per sei e più opere, e tale merito da dar fama ad altrettanti compositori.<br>Eppure al Tordinona, dove le prime tre rappresentazioni vennero dirette dal<ref>Nel testo "del".</ref> Paganini, la ''Matilde'' ebbe un esito freddissimo; tanto che l'Impresa non intendeva pagargliela. E l'anno dopo, a Milano, non ebbe fortuna migliore. ([[Girolamo Alessandro Biaggi]])
*Per mangiare il tacchino dobbiamo essere in due, io e il tacchino, ridacchiava quel ghiottone di Gioacchino Rossini. ([[Cesare Marchi]])
*Rossini, con la forza del suo genio, abbatte d'un colpo le formule e le convenzioni del suo tempo e obbliga i cantanti a dare un significato al canto, pure conservando la poesia degli arabeschi vocali. Ma questi arabeschi Rossini li scrive in modo che il tema melodico, qualora spogliato di quegli ornamenti, perderebbe gran parte del suo vigore e della sua efficacia.<br>La grande riforma rossiniana sta appunto in quel mirabile connubio del canto fiorito con la espressione drammatica della poesia: connubio non mai tentato prima di lui, né più ottenuto da' suoi imitatori. ([[Gino Monaldi]])