Naturalismo (letteratura): differenze tra le versioni

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Mario Bonfantini
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*Il romanzo naturalista è all'agonia. [...]. {{sic|Quelli}} stessi scrittori che già furono la speranza della scuola naturalista, i collaboratori delle ''Soirées de Médan'', sembrano {{sic|omai}} stanchi e disgustati d'una forma che un tempo difendevano con tanto accanimento. ([[Gabriele D'Annunzio]])
*Il [[Simbolismo (movimento)|simbolismo]] fu l'opera di reazione del giovine spiritualismo francese contro il naturalismo di [[Émile Zola|Zola]]. Come i romantici si erano in massa ribellati ai Greci ed ai Romani, così i nuovi spiritualisti si ribellarono ai conquistatori dei mercati, delle miniere, delle bettole, che nei libri di Zola occupavano e ingombravano tutti i campi della vita. Quella fitta massa di umanità che si muoveva gravemente con tutto il peso della sua carne e delle sue ossa; tutta quella fitta rete di sistemi nervosi che obbediva severamente e scientificamente alle leggi inflessibili del [[determinismo]]; tutta quella brutale verità e realtà che pretendeva di assurgere alle più alte vette letterarie con le volgari esplosioni del gergo e le violente espressioni della natura, offendeva gli squisiti gusti e i raffinati sensi della nuova generazione avida di sogni, che il {{sic|preraffaelismo}} da una parte ed il wagnerismo dall'altra avevano cominciato a educare alle meravigliose avventure dell'allegoria storica e della filosofia trascendentale. ([[Vincenzo Morello]])
*La lezione del Naturalismo, di una documentazione accuratissima, di un serio studio fondato non solo sulla fisiologia e sulla storia del costume ma anche di carattere largamente sociologico, ebbe la più grande influenza sull'arte narrativa francese, ed europea ed americana in genere, e alcune sue istanze si possono dire vive ancor oggi. ([[Mario Bonfantini]])
*Qualunque ostacolo, qualunque {{sic|obbiezione}} all'incedere trionfale del naturalismo appare semplicemente puerile. Il naturalismo trionfa perché non è una scuola – come pareva a qualcuno anni {{sic|a dietro}}, e pare tuttavia in Francia a' Barbey d'Aurevilly, a' Brunetiere, a' Sarcey; ed in Italia al Panzacchi, al Checchi, allo Scarfoglio, alla Serao – ma una {{sic|formola}} scientifica. Esso è il metodo analitico e sperimentale applicato a tutte le manifestazioni della vita: ciò vuol dire che tutti gli scrittori odierni, adoperando il metodo d'osservazione, saranno fatalmente naturalisti – come osserva acutamente lo Zola<ref>[[Émile Zola]] (1840–1902), scrittore francese, tra i massimi esponenti del naturalismo.</ref> – ancorché amoreggino a volte colla retorica. ([[Giuseppe Pipitone Federico]])
*Secondo le teorie del Naturalismo, invece {{NDR|del Realismo flaubertiano}}, «la verità dello scrittore e del poeta» in nulla differisce dalla «verità dello scienziato»: il romanziere naturalista non solo si vale di tutte le scoperte della Scienza (medicina, fisiologia, neurologia, studio dell'ambiente sociale e naturale ecc.), ma le applica con lo stesso metodo scientifico, e anzi prosegue il suo lavoro quasi in comunione con lo scienziato, in modo da potergli fornire a sua volta i propri «risultati». ([[Mario Bonfantini]])