Christian Jacq: differenze tra le versioni

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====''Il testamento degli dei''====
Il caldo era talmente soffocante che solo lo scorpione nero si avventurava nel sabbioso cortile della prigione. A più di duecento chilometri a ovest della città sacra di Karnak, in una zona sperduta tra la valle del Nilo e l'oasi di Kharga, i criminali recidivi scontavano terribili condanne ai lavori forzati. Quando la temperatura lo permetteva, essi venivano impiegati per curare la manutenzione della strada che univa la valle all'oasi, sulla quale, trainate dagli asini, circolavano le carovane cariche di merci.<br>
Il giudice Pazair rivolse, per la seconda volta, la sua richiesta al responsabile del campo, un colosso lesto nel colpire gli indisciplinati.<br>
- Non sopporto il trattamento di favore che mi viene concesso. Voglio lavorare come gli altri prigionieri.<br>
Pazair, la cui giovinezza era svanita sotto il fardello della responsabilità, era snello, assai alto di statura, i capelli castani, la fronte spaziosa, gli occhi verdi striati di marrone, e aveva un portamento distinto che incuteva deferenza.<br>
- Tu sei diverso dagli altri.<br>
- Sono anch'io un prigioniero.<br>
- Sei in isolamento, non sei un condannato. Per quanto mi riguarda, nemmeno esisti. Sul registro non compare né il tuo nome né il tuo numero di identificazione.<br>
- Questo non mi impedisce di spaccare le rocce.<br>
- Torna a sedere.
 
====''Il ladro di ombre''====
Il tradimento rendeva. Paffuto, rosso in faccia, infiacchito, Iarrot bevve una terza coppa di vino bianco, compiaciuto della propria scelta. Quando era cancelliere del giudice Pazair, lavorava troppo e guadagnava poco. Da quando si era messo al servizio di Bel-Tran, il più accanito nemico del visir, la sua esistenza andava di bene in meglio. In cambio di ogni informazione sulle abitudini di Pazair, riceveva un compenso. Con l'appoggio di Bel-Tran e grazie alla falsa testimonianza di una delle sue guardie, Iarrot sperava di ottenere il divorzio dandone la colpa alla moglie e di tenere con sé la figlia, promettente danzatrice.<br>
In preda a emicrania, l'ex cancelliere si era levato prima dell'alba, quando la notte ancora regnava su Menfi, la capitale economica dell'Egitto sita nel punto in cui il Delta si univa alla valle del Nilo.<br>
La stradina, di solito tanto silenziosa, era piena di sussurri.<br>
Iarrot depose la coppa. Da quando tradiva Pazair, beveva sempre di più, non per il rimorso ma perché poteva finalmente comprarsi ottimi vini e birra di prima qualità. Una sete inestinguibile gli bruciava incessantemente la gola.
 
===Il grande romanzo di Ramses===
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L'uomo si torceva in preda ai dolori.<br>
Sul ponte, gran parte dei marinai si erano gettati in ginocchio a pregare dio. Porchey detestava esibizioni del genere, tipiche di mancanza di autocontrollo. Quando aveva imparato a navigare nel Mediterraneo, di fronte alla villa che suo padre possedeva a Portofino, il visconte Porchester non aveva mai invocato l'Onnipotente: o ce la faceva da solo, o sarebbe annegato senza dar fastidio a una celeste assemblea che aveva cose ben più importanti a cui badare che non prestare assistenza a un velista in difficoltà.
 
===''Il faraone nero''===
Quando vide suo marito tornare dal tempio, la moglie del sindaco tentò di convincersi che portasse sulla spalla un sacco di grano. Il giorno prima avevano festeggiato il compleanno della loro figlioletta, entusiasta del regalo che aveva ricevuto: una bambola di stracci che le aveva fabbricato suo padre. Con le amiche sue coetanee, giocava in mezzo alla strada che attraversava il Poggio degli Uccelletti, un villaggio della provincia di Herakleopolis nel Medio Egitto. L'uomo gettò a terra il suo sacco vuoto.<br>
- Non c'è più niente. Gli stessi sacerdoti rischiano di morire di fame, e gli dei non tarderanno a tornare in cielo perché nessuno si sogna di rispettare le leggi dei nostri antenati. Menzogne, corruzione, egoismo: questi sono i nostri nuovi signori.<br>
- Rivolgiti al visir e poi al faraone, se occorre!<br>
- Non c'è più un faraone; ci sono soltanto capiclan che combattono tra loro e pretendono di esercitare il potere supremo. Il nord del paese è sotto il gioco dei principi libici che si compiacciono dell'anarchia e delle diatribe intestine.<br>
- E il faraone nero?<br>
- Ah, quello! Ha lasciato un esercito a Tebe per proteggere la città santa del dio Amon dove regna sua sorella, la Divina Adoratrice, e si è chiuso nella sua capitale, Napata, in fondo alla Nubia, lontanissimo dall'Egitto che ormai da un pezzo ha dimenticato!
 
===''Cleopatra. L'ultima regina d'Egitto''===
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*Christian Jacq, ''Per amore di Iside'', traduzione di Sergio Claudio Perroni, Bompiani, 1997. ISBN 88-452-3552-1
*Christian Jacq, ''Il ragazzo che sfidò Ramses il Grande'', traduzione di Michela Finassi Parolo, Piemme (Il battello a vapore), 1997. ISBN 978-8838477041
*Christian Jacq, ''L'affare di Tutankhamon. Mezzo secolo di drammi e passioni'', traduzione di Francesco Saba Sardi, Bompiani, 1997. ISBN 978-8845231490
*Christian Jacq, ''Il romanzo di Ramses. Il figlio della luce'', traduzione di Francesco Saba Sardi, Mondadori, 1997. ISBN 8804430303
*Christian Jacq, ''Il romanzo di Ramses. L'ultimo nemico'', traduzione di Francesco Saba Sardi, Mondadori, 1998. ISBN 8804448121
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*Christian Jacq, ''Il romanzo di Kheops. Il testamento degli dei'', traduzione di Francesco Saba Sardi, Mondadori, 1998. ISBN 978-8804452850
*Christian Jacq, ''Il romanzo di Kheops. Il ladro di ombre'', traduzione di Francesco Saba Sardi, Mondadori, 1998. ISBN 978-8804452867
*Christian Jacq, ''Il faraone nero'', traduzione di Francesco Saba Sardi, Mondadori, 1999. ISBN 978-8804453833
*Christian Jacq, ''Il segreto della pietra di luce. Claire'', traduzione di Mario Morelli, Mondadori, 2000. ISBN 8804482982
*Christian Jacq, ''Il segreto della pietra di luce. Paneb'', traduzione di Laura Serra, Mondadori, 2000. ISBN 8804482966