Nadia Fusini: differenze tra le versioni

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Giosetta Fioroni
sezione Note
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*Prima di immedesimarci con quell'astronauta di ''2001: Odissea nello spazio'' che vediamo staccarsi dall'astronave e per sempre cadere nello spazio infinito, noi ci siamo identificati con la creatura di Frankenstein. Se le mitologie eroiche di Shelley e di Byron mascherano con l'euforia dello slancio maniacale del ''pathos'', Mary svela il ''bathos'' di quella medesima verità: nel mondo si è gettati, e si è soli.
*Sono passati gli anni, ben due secoli, abbiamo provato ben altri terrori, altre maschere maligne hanno solleticato e insieme catarticamente liberato le nostre più intime paure, ma ''Frankenstein'' rimane uno dei più agghiaccianti romanzi neri o gotici mai scritti. Può colpire nella scrittura un tono a volte scolastico, antiquato, irritare una certa indulgenza all'iperbole, annoiare una certa tendenza a disseminare qua e là citazioni forse fin troppo dotte; può sembrare poco credibile, addirittura farci sorridere l'idea che il mostro si istruisca fino a rendersi capace di leggere gli stessi libri che sta leggendo Mary, e cioè il ''Paradiso perduto'', le ''Vite'' di Plutarco, ''I dolori del giovane Werther''. Ma al di là del tono a volte enfatico che lo allontana dal nostro gusto moderno, il romanzo di Mary Shelley è, in realtà, modernissimo. E più forte degli echi miltonici, o alla Coleridge, più forte ancora vibrano in esso anticipazioni di accordi nuovi, alla Poe, alla Melville, che aprono alla ''science fiction'' a venire, alla scienza e alla narrativa moderna.
 
==Note==
<references />
 
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