Libro dei Giudici: differenze tra le versioni

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*Poi disse a Zebach e a Zalmunna: "Come erano gli uomini che avete uccisi al Tabor?". Quelli risposero: "Erano come te; ognuno di loro aveva l'aspetto di un figlio di re". Egli riprese: "Erano miei fratelli, figli di mia madre; per la vita del Signore, se aveste risparmiato loro la vita, io non vi ucciderei!". Poi disse a Ieter, suo primogenito: "Su, uccidili!". Ma il giovane non estrasse la spada, perché aveva paura, poiché era ancora giovane. Zebach e Zalmunna dissero: "Suvvia, colpisci tu stesso, poiché qual è l'uomo, tale è la sua forza". Gedeone si alzò e uccise Zebach e Zalmunna e prese le lunette che i loro cammelli portavano al collo. (8, 18 – 21)
*Allora gli Israeliti dissero a Gedeone: "Regna su di noi tu e i tuoi discendenti, poiché ci hai liberati dalla mano di Madian". Ma Gedeone rispose loro: "Io non regnerò su di voi né mio figlio regnerà; il Signore regnerà su di voi". Poi Gedeone disse loro: "Una cosa voglio chiedervi: ognuno di voi mi dia un pendente del suo bottino". I nemici avevano pendenti d'oro, perché erano Ismaeliti. Risposero: "Li daremo volentieri". Egli stese allora il mantello e ognuno vi gettò un pendente del suo bottino". Il peso dei pendenti d'oro, che egli aveva chiesti, fu di millesettecento sicli d'oro, oltre le lunette, le catenelle e le vesti di porpora, che i re di Madian avevano addosso, e oltre le collane che i loro cammelli avevano al collo. Gedeone ne fece un ''[[efod]]'' che pose in Ofra sua città; tutto Israele vi si prostrò davanti in quel luogo e ciò divenne una causa di rovina per Gedeone e per la sua casa. (8, 22 – 27)
*''Si misero in cammino gli [[albero|alberi]] | per ungere un re su di essi. | Dissero all'[[ulivo]]: | Regna su di noi. | Rispose loro l'ulivo: | Rinuncerò al mio olio, | grazie al quale | si onorano dei e uomini, | e andrò ad agitarmi sugli alberi? | Dissero gli alberi al [[fico]]: | Vieni tu, regna su di noi. | Rispose loro il fico: | Rinuncerò alla mia dolcezza | e al mio frutto squisito, | e andrò ad agitarmi sugli alberi? | Dissero gli alberi alla [[vigneto|vite]]: | Vieni tu, regna su di noi. | Rispose loro la vite: | Rinuncerò al mio [[mosto]] | che allieta dei e uomini, | e andrò ad agitarmi sugli alberi? | Dissero tutti gli alberi al [[rovo]]: | Vieni tu, regna su di noi. | Rispose il rovo agli alberi: | Se in verità ungete | me re su di voi, | venite, rifugiatevi alla mia ombra; | se no, esca un fuoco dal rovo | e divori i [[cedro del Libano|cedri del Libano]].'' ([[Iotam (figlio di Gedeone)|Iotam]]: 9, 8 – 15)
[[File:Dore DeathOfAbimelech 02.jpg|miniatura|''Morte di Abimelech'' ([[Gustave Doré]], 1866)]]
*Poi [[Abimelech di Sichem|Abimèlech]] andò a Tebes, la cinse d'assedio e la prese. In mezzo alla città c'era una torre fortificata, dove si rifugiarono tutti i signori della città, uomini e donne; vi si rinchiusero dentro e salirono sul terrazzo della torre. Abimèlech, giunto alla torre, l'attaccò e si accostò alla porta della torre per appiccarvi il fuoco. Ma una donna gettò giù il pezzo superiore di una macina sulla testa di Abimèlech e gli spaccò il cranio. Egli chiamò in fretta il giovane che gli portava le armi e gli disse: "Tira fuori la spada e uccidimi, perché non si dica di me: L'ha ucciso una donna!". Il giovane lo trafisse ed egli morì. Quando gli Israeliti videro che Abimèlech era morto, se ne andarono ciascuno a casa sua. Così Dio fece ricadere sopra Abimèlech il male che egli aveva fatto contro suo padre, uccidendo settanta suoi fratelli. Dio fece anche ricadere sul capo della gente di [[Sichem]] tutto il male che essa aveva fatto; così si avverò su di loro la maledizione di [[Iotam (figlio di Gedeone)|Iotam]], figlio di Ierub-Baal. (9, 50 – 5457)
*Dopo Abimèlech, sorse a salvare Israele [[Tola (giudice)|Tola]], figlio di Pua, figlio di Dodo, uomo di Issacar. Dimorava a Samir sulle montagne di Efraim; fu giudice d'Israele per ventitré anni, poi morì e fu sepolto a Samir. Dopo di lui sorse [[Iair]], il Galaadita, che fu giudice d'Israele per ventidue anni; ebbe trenta figli che cavalcavano trenta asinelli e avevano trenta città, che si chiamano anche oggi i [[Villaggi di Iair]] e sono nel paese di Gàlaad. Poi Iair morì e fu sepolto a Kamon. (10, 1 – 5)
*[[Sansone]] scese con il padre e con la madre a Timna; quando furono giunti alle vigne di Timna, ecco un [[leone]] venirgli incontro ruggendo. Lo spirito del Signore lo investì e, senza niente in mano, squarciò il leone come si squarcia un capretto. [...] Dopo qualche tempo [...] uscì dalla strada per vedere la carcassa del leone: ecco nel corpo del leone c'era uno sciame d'api e il [[miele]]. [...] Sansone disse loro {{NDR|ai Filistei}}: "Voglio proporvi un indovinello [...]. ''Dal divoratore è uscito il cibo | e dal forte è uscito il dolce''". [...] Gli uomini della città, il settimo giorno, prima che tramontasse il sole, dissero a Sansone: "''Che c'è di più dolce del miele? | Che c'è di più forte del leone?''". (14, 5 – 18)