Costantino Nigra: differenze tra le versioni

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[[File:Costantino Nigra BNF Gallica.jpg|thumb|Costantino Nigra (1860 circa)]]
'''Costantino Nigra''' (1828 – 1907), filologo, poeta, diplomatico e politico italiano.
 
==Citazioni di Costantino Nigra==
*Io aveva dodici anni, e seguiva nel collegio convitto di Cuorgné Canavese il corso che allora si chiamava di terza grammatica. Un collega mise in lotteria alcuni volumi per pochi soldi. Presi un numero e vinsi. I volumi, editi dal Pomba di Torino, contenevano le [[vite parallele]] di Plutarco tradotte dal ''Pompei''. All'infuori dei libri di scuola, fu quella la prima opera da me letta. Dopo allora lessi molti libri. Posso anzi dire con qualche fondamento, che fra i miei coetanei pochi lessero più di me libri di ogni materia e d'ogni letteratura. Ma il mio modesto Plutarco (dico modesto per il formato) mi fu compagno nella vita, fu da me riletto sovente, e consultato sempre. Il mestiere che esercito è di quelli che non s'imparano sulla carta. Io debbo quel poco che valgo in esso, in primo luogo alla famigliarità usatami da Camillo di Cavour, che mi fu maestro e mi volle suo collaboratore e amico; e poi a quello studio d'uomini e di cose che si fa sulla vera scena degli eventi umani, e non sui libri. Ma se alcuno di questi mi giovò in qualche parte, devo nominare, prima di ogni trattato, e insieme col ''Corpus juris'' di Giustiniano, le vite parallele di Plutarco.<ref>In ''I migliori libri italiani'', Hoepli, Milano, 1892, [https://books.google.it/books?id=aWkpAAAAYAAJ&pg=PA123 p. 123].</ref>
*''[[Maggio]], il galante, dei primi tepori | spande sull'alpe il soffio, | squaglia la neve e semina di fiori | e di smeraldo i vertici''.<ref>Da ''Alpi e risaie'', vv. 1-4; in ''Poesie originali e tradotte'', a cura di Alessandro D'Ancona, G.C. Sansoni, 1914.</ref>
*''Usi obbedir tacendo | e tacendo morir''.<ref>Fino al 1914, motto dell'arma dei Carabinieri.</ref> (da ''[[s:La Rassegna di Novara|La Rassegna di Novara]]'')
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==Citazioni su Costantino Nigra==
*Costantino rivelò fin dagli anni dell'infanzia e dell'adolescenza una spiccatissima vivacità di carattere e di intelligenza. La prima volta che fece parlare di sé aveva dodici anni: giocando alla guerra, con una fionda tolse un occhio a suo fratello Michelangelo. A sedici anni, studente di liceo, scrisse in versi un ''Epitaffio d'amore'' che, pubblicato sulla ''Dora Baltea'' di Ivrea, destò un certo scandalo nella cittadinanza e tanto più nell'ambiente dei professori: la poesia era stata giudicata riprovevole perché «pervasa di erotismo sensuale realisticamente cinico e macabro». ([[Salvator Gotta]])
*Nei salotti ove {{sic|mercè}} i buoni uffici del Colleretto<ref>Il conte Pietro di Colleretto.</ref>, veniva ammesso, Il Nigra si faceva notare e riusciva a primeggiare, non soltanto per l'originalità del suo ingegno e la prontezza del suo spirito, ma anche per le sue innate doti di signorilità. La natura l'aveva pure favorito di prestanza e di bellezza fisica non comuni. Alto di statura, snello e forte, con un viso dai tratti fini e regolari, era ricco di fascino soprattutto con le donne che usava trattare ora con sicurezza spavalda, ora con improvvisa dolcezza accorata, maschio e delicato insieme, caustico ed ironico, fantasioso e sensuale. ([[Salvator Gotta]])
 
==Note==