Edmond Rostand: differenze tra le versioni

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*'''IL DUCA''': Pare.<br>(''Si ode la musica lontana di una danza'')<br>Un valzere, ascoltate!... Ed è quasi volgare.<br>Ma per [[via]] si nobilita... Quasi che, attraversando<br>la selva cara al vecchio musico venerando,<br>abbia intorno ad un elce o presso un ciclamino<br>incontrato lo [[spirito]] di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] divino! (Atto I, Scena XIII, p. 78)
*'''L'ARCIDUCHESSA''', ''a Dietrichstein'': Il duca non ha la sua piena [[libertà]]?<br>'''DIETRICHSTEIN''': Il principe non è [[Prigione|prigioniero]], ma...<br>'''IL DUCA''': Immenso<br>quel ''ma''! Capite bene di quel ''ma'' tutto il senso?<br>Non sono prigioniero, vivaddio, ''ma''... Si sa:<br>''Ma''... Non son prigioniero, ''ma''... È il termine. È la<br>formola. Prigioniero? Chi lo dice?... Oh, per niente!<br>''Ma''... v'è sempre alle mie costole dela gente!<br>Prigioniero!... Credetemi ! no, né meno per chiasso!<br>''Ma''... se voglio arrischiare in fondo al parco un passo<br>tosto un [[occhio]] fiorisce sotto ciascuna foglia.<br>Io non son certo, no, prigionier, ''ma''... si voglia<br>discorrere a quattr'occhi con me, spunta sul legno<br>dell'uscio il fungo dell'orecchio! – Io metto pegno<br>che non son prigioniero, ''ma''... se il caval mi porta,<br>ho l'[[Onore|onor]] dolce d'una invisibile scorta.<br>Io prigioniero?... eh, via si dice per [[Scherzo|ischerzo]]!<br>''ma''... leggo il mio corriere per secondo e per terzo.<br>Prigionier, niente affatto! ''ma''... ogni [[notte]] v'è<br>qualcuno alla mia porta. –<br>(''Mostrando un pezzo d'[[uomo]] grigio che è venuto a riprendere il vassoio e attraversa il salone per portarlo via'')<br>Io, il duca di Reichstadt, prigioniero?... alto là!<br>Un prigioniero!... Io sono un ''non prigionier-ma''. (Atto II, Scena II, p. 94-95)
*'''IL DUCA''': Sì, mia [[Parigi]] che aspetti!<br>Io vedo già nell'[[acqua]] della Senna fedele,<br>vedo il [[Museo del Louvre|Louvre]] sommergere i tetti!<br>E voi che al [[padre]] mio presentavate l'armi<br>tra la [[neve]] e il [[Simun]],<br>veterani, del vostro [[pianto]] sento bagnarmi!... (Ed. 1917 – Atto V, Scena II, p. 306)
{{NDR|Edmond Rostand, ''L'Aiglon'', Dramma in sei atti in versi, traduzione di Mario Giobbe, Casa Editrice Bietti, [[Milano]] 1945.}}