Alphonse de Lamartine: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Maria Luisa d'Asburgo-Lorena
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:''Horace était le poëte de l'époque, comme le Dante semble le poëte de la nôtre [...].''<ref>Da ''Discours de réception à l'Académie française'', in ''Oeuvres'', Hauman, 1840, [http://books.google.it/books?id=wIlaAAAAQAAJ&pg=PA759#v=snippet&q=dante%20semble%20poete%20epoque p. 759].</ref>
*[[Dio]] non è che una parola inventata per spiegare il mondo.<ref>Da ''Armonie Poetiche e Religiose''.</ref>
*{{NDR|[[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena]], descritta raccogliendo i ricordi di una sua gita diplomatica a Parma nel 1827}} Era una bella figlia del Tirolo, dagli occhi cilestri, dai capelli biondi, dal volto riflettente la bianchezza delle sue nevi e le rose delle sue vallate, dall'atteggiamento languido e stanco di quelle tedesche, che sembrano aver bisogno di appoggiarsi sul cuore d'un uomo, con l'occhio pieno di sogni e d'interne visioni, velate da una lieve ombra dello sguardo. Avea le labbra un po' grosse, il petto colmo di sospiri e di fecondità, le braccia lunghe, bianche, modellate a perfezione e cascanti in atto di molle abbandono, quasi affaticate di troppo dal peso del suo destino. Il collo era abitualmente inclinato sulla spalla. Nell'insieme l'immagine della Malinconia Nordica smarrita nella gazzarra d'un accampamento francese.<ref>Da ''Storia della restaurazione'', citato in Ernesto Masi, ''Le due mogli di Napoleone I'', Nicola Zanichelli, Bologna, 1888, [https://archive.org/details/leduemoglidinapo00masiuoft/page/226/mode/1up cap. XI, pp. 226-227].</ref>
*Il [[sole]] dei vivi non scalda più i morti.<ref>Da ''L'isolamento''.</ref>
*La cenere dei morti fu quella che creò la [[Patria]].<ref>''La caduta d'un angelo'', da ''Armonìe poetiche e religiose''.</ref>