C. S. Lewis: differenze tra le versioni

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*Tra tutti i poeti che lessi in questo periodo [...] ce n'era uno che si distingueva dagli altri. Questa poeta era [[William Butler Yeats|Yeats]]. Dovetti leggerlo a lungo prima di scoprire la differenza, e forse non l'avrei mai scoperta se non avessi letto anche le sue prose: cose come ''Rosa Alchemica'' e ''Per Amica Silentia Lunae''. La differenza era che Yeats credeva. I suoi «immortali» non erano semplicemente frutto della fantasia o del desiderio. Egli credeva realmente che esistesse un mondo di esseri più o meno simili a loro, e che fosse possibile il contatto tra quel mondo ed il nostro. Per dirla in parole povere, credeva seriamente nella [[Magia]]. La sua fama di poeta ha in un certo senso oscurato questa parentesi nell'opinione che il pubblico ha di lui, ma sulla cosa non ci sono dubbi, come appresi quando lo conobbi alcuni anni dopo. (p. 129)
*Quello che mi piace dell'[[esperienza]] è che si tratta di una cosa così onesta. Potete fare un mucchio di svolte sbagliate; ma tenete gli occhi aperti e non vi sarà permesso di spingervi troppo lontano prima che appaia il cartello giusto. Potete aver ingannato voi stessi, ma l'esperienza non sta cercando di ingannarvi. L'universo risponde il vero quando lo interrogate onestamente. (p. 131)
*Tutte le città mostrano sempre alla [[ferrovia]] il loro volto peggiore. (p. 136)
*Mi sorprende il fatto di non aver detestato maggiormente l'[[Esercito]]. Era, naturalmente odioso. Ma la parola «naturalmente» ne stemperava il fiele. Ecco in che cosa differiva da{{NDR|lla scuola di}} Wyvern. Non ci si aspettava che ti piacesse. Nessuno pretendeva che ti piacesse. Nessuno fingeva che gli piacesse. Tutti davano per scontato che l'intera faccenda fosse un'odiosa necessità, un'orribile interruzione della vita razionale. La differenza stava tutta lì. È più facile sopportare le tribolazioni vere e proprie che le tribolazioni reclamizzate come un piacere. Le prime favoriscono la ''camaraderie'', e anche (quand'è intensa) una specie d'amore tra compagni di sofferenza; le altre reciproca diffidenza, cinismo mascherato e rancore. (p. 139)
*Apprezzare un [[autore]] è altrettanto involontario e improbabile che innamorarsi. (p. 140)
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===[[Explicit]]===
*Quando ci si è persi nei boschi la vista di un cartello è una gran cosa. Il primo che lo vede grida: «Guardate!». E tutto il gruppo si raccoglie attorno e guarda. Ma una volta che abbiamo ritrovato la strada e ci imbattiamo ormai a ogni miglio in un cartello, non ci fermiamo più a guardare. Lo consideriamo come un incitamento a proseguire e siamo grati all'autorità che lo ha posto. Ma non ci fermiamo a guardarlo, o non molto; non su questa strada, nonostante il palo sia d'argento e la dicitura d'oro. «Presto saremo a Gerusalemme». Non, naturalmente, che io non mi sorprenda spesso ad osservare oggetti posti al margine della strada di anche minore importanza. <!--(pp. 172-173)-->
 
==[[Incipit]] di alcune opere==