H. Stuart Hughes: differenze tra le versioni

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Karl Barth
 
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*Gli agenti di Stalin, forti di queste istruzioni spietate, cominciarono a ridurre al silenzio i ''[[kulaki]]'' ancora riluttanti. Scatenarono nelle campagne la lotta di classe, incitando i contadini più poveri, che avrebbero avuto qualcosa da guadagnare dalla collettivizzazione, contro quelli benestanti, che avevano tutto da perdere. Questi "benestanti" però, giudicati col metro americano e europeo-occidentale, non erano altro che poveri diavoli, il cui benessere si riduceva al fatto che erano indipendenti e in grado di sopperire ai propri bisogni con quello che ricavavano dalla loro fatica. E non vedevano il motivo per cui avrebbero dovuto rinunziarvi per il confuso miraggio di un futuro mondo socialista. (Parte X, Il sistema stalinista, p. 338)
 
*Lo scopo che [[Karl Barth|Barth]] si prefiggeva era di restaurare i principi della dottrina protestante, così com'erano stati enunciati nel XVI secolo. Non tollerava l'interpretazione "liberale" del dogma che da qualche tempo predominava nelle Chiese luterana e calvinista, obiettando che non si trattava che d'un tentativo di compromesso con la verità cristiana, e che la comunità dei fedeli le aveva abbandonate perché i pastori non sapevano offrire niente di meglio d'un cibo così poco sostanzioso. (Parte XI, La crisi della società europea, pp. 373-374)
 
*[[Francisco Franco|Franco]], piccolo, tarchiato, imperturbabile, era dotato di una notevole dose di astuzia. La sua nomina a capo dei nazionalisti era avvenuta per caso, si potrebbe dire, perché il generale<ref>José Sanjurjo (1872 – 1936).</ref>, più in vista di lui, ch'era stato prescelto a dirigere il movimento era rimasto ucciso in un incidente aereo proprio agli inizi della rivolta. Ma una volta giunto al potere, Franco si dimostrò ben preparato a tenere uniti gli elementi dell'eterogenea coalizione che si accingevano ad abbattere la repubblica. (Parte XII, La guerra civile spagnola, p. 393)