Fronte popolare: differenze tra le versioni

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H. Stuart Hughes
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*Il fronte popolare, la tattica affermata, a partire dal 1933, dal dirigente comunista bulgaro [[Georgi Dimitrov]] nella Terza Internazionale e, con alterne vicende, riproposta nel dopoguerra fino alle cronache recenti, nacque dalla lezione di una sconfitta: l'avvento al potere del [[Nazionalsocialismo|nazismo]], il 26 gennaio 1933. ([[Carlo Quintavalle]])
*La teoria sviluppata un tempo da Lenin nell'''Estremismo''<ref>Allude al saggio del 1920 ''L'estremismo, malattia infantile del comunismo''.</ref> [...] fu ripresa e fusa con la precedente teoria leniniana dell'alleanza con le altre classi progressiste nella teoria del «fronte popolare» che venne resa obbligatoria per tutti i partiti comunisti nella relazione, interessante anche sotto il profilo della teoria sociale, del bulgaro G. Dimitrov (1882-1949) al VII Congresso mondiale del Comintern (1935). ([[Werner Hofmann]])
*Quello che venne designato con nome di "fronte popolare" era stato, in origine, d'ispirazione comunista. Infatti, meglio di ogni altro sintomo, il fronte popolare dimostrò che il comunismo europeo, dopo un decennio di sterile "burocratizzazione", si era rimesso in movimento. ([[H. Stuart Hughes]])
*Questa nuova teoria {{NDR|del fronte popolare}} implicava la rinuncia di fatto (non ancora quella teorica) a quella forma della teoria della [[dittatura del proletariato]] che aveva segnato l'inizio dell'evoluzione teorica del comunismo mondiale; in sostanza essa voleva impegnare i partiti comunisti degli stati borghesi non soltanto alla difesa della democrazia borghese contro il [[fascismo]], ma temporaneamente anche alla rinuncia a ogni tentativo radicale di utilizzare la democrazia parlamentare per un'immediata trasformazione della società capitalistica in una società socialista. ([[Werner Hofmann]])