Nosferatu, il principe della notte: differenze tra le versioni

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==Citazioni su ''Nosferatu, il principe della notte''==
*Alle trascrizioni filmiche Dracula è abituato, Herzog lo tratta meglio di tanti altri, rifacendosi al leggendario film espressionista di Murnau, lavorando il vampiro con i filtri dell'ironia, ma anche riconoscendogli una sua dolente dignità di dannato, e inventando un finale che è una interpretazione acuta e legittima di un testo tutt'altro che acuto: Dracula non può morire perché non ha mai amato, non si è mai realizzato attraverso l'amore. Offrendosi a lui sino all'alba, Mina consuma l'annientamento, fa trionfare le ragioni della società civile, e insieme restituisce il mostro a una sorta di dolorosa compiutezza di uomo. ([[Ernesto Ferrero]])
*Elegante ma freddo remake del capolavoro di Murnau, attento soprattutto alla creazione di un'atmosfera algida e funerea, dove le sorti dei personaggi sono predestinate sin dal principio. Questa lenta progressione (il film dura 40' in più dell'originale di Murnau pur essendogli molto fedele) verso la tragedia ha il suo punto di forza in Kinski, che rinnova la figura classica del vampiro facendone un personaggio stanco e distante, quasi restio a seguire la propria inclinazione di mostro necrofilo. (''[[Il Mereghetti]]'')
*Film dell'orrore piuttosto atipico che evita ogni possibilità di generare suspense e tensione, ma mette in scena un vampiro che riprende con efficacia, grazie anche all'intensa interpretazione di Klaus Kinski, una delle icone più persistenti nell'immaginario, quella del vampiro calvo e orrido del film di Murnau. Un vampiro quindi molto lontano dall'archetipo aristocratico e più o meno romantico prevalso nella cinematografia mondiale. ([[Rudy Salvagnini]])
*Gira in questi giorni per le sale cinematografiche un ''Nosferatu'', un film che a me sembra fatto da qualcuno che va un po' troppo al cinema, e nel quale comunque recitano con molto garbo decine di bare e centinaia di topi. Bene gli altri. ([[Giorgio Manganelli]])