Lingua latina: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Augusto Serena
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*È uno spettacolo ben triste quello a cui noi tutti i giorni assistiamo di ''sciaurati che mai non fur vivi''<ref>''Inferno'', canto III.</ref> richiamati a galla dal fiume dell'oblio, nel cui letto, a loro e a nostra pace, sarebbero pur tanto bene restassero adagiati, mentre invece, senza onor di gloria e di fiori, riposano nel cimitero della nostra letteratura poeti veramente ispirati e degni certo di culto e di ricordo. Ma tant'è! scrissero in latino; chi li capisce più? È già troppo se non si è dato lo sfratto a Cicerone e a Virgilio, come si sta per fare con Demostene e con Omero. Eppure, i più bei fiori del rinato latino, chi lo crederebbe? non son tanto sbocciati sui germogli dell'umanesimo, quanto sui nuovi getti del risorto volgare. ([[Ciro Trabalza]])
*Escludete il latino ed il greco dalla vostra [[scuola]] e confinerete i vostri alunni entro angusti interessi limitati alla loro generazione ed a quella immediatamente precedente, tagliando fuori tanti secoli d'esperienza quasi che la razza umana fosse venuta al mondo nel 1500. ([[Thomas Arnold]])
*Il latino delle cancellerie e delle scuole, dei chierici e dei giureconsulti e dei phisici, saliva togato a palazzo, montava sulle cattedre, salmodiava, sentenziava, spediva ricette, venerabile al volgo; ma codesto volgo, che non ardiva certo contrastargli il primato, pur seguitava a cantare per le vie, a favoleggiar per le case, a disputar anche nelle sue adunanze, e della sua viva voce fermava anch'esso nelle carte una durevole testimonianza {{NDR|della [[Lingua italiana|lingua volgare]]}}. ([[Augusto Serena]])
*Il latino, lingua parlata<br>Il prof. Guido Baccelli (1832-1916), medico e uomo politico, usava spesso la lingua latina, perché (diceva), essendo egli romano doveva parlare nella lingua dell'Urbe. Tommaso Tittoni, suo collega al Senato, ricordava che se Baccelli difendeva gli interessi dell'agricoltura esclamava: ''Omnium rerum ex quibus aliquid acquiritur nihil est agricultura melius''. Se proclamava la bonifica delle paludi pontine, apostrofava i colleghi col: ''Siccentur pomptinae paludes tamtunque agri reddatur Italiae''. Propugnava la piccola proprietà col ''Latifundia Italian perdidere''; e riassumeva il suo programma nel riunire ''res olim dissociabiles, principatum ac libertatem''.<br>Era una posa, certo, ma una posa simpatica. Di lui dicevano scherzando: «Cura i suoi pazienti in latino e li manda all'altro mondo in italiano». ([[Dino Provenzal]])
*Il tratto linguistico che contraddistingue in maniera precipua il Medioevo consiste nel ruolo del latino. Questa lingua, che perlomeno dal VI secolo non rappresentava più per nessuno la lingua madre, restava tuttavia la lingua più diffusa fra quelle vive: veniva normalmente parlata da tutte le persone di Chiesa, clero secolari o monaci, quindi da parecchia gente, specie nell'ambito dell'Occidente cristiano. Inoltre, rappresentava l'unica lingua colta: ogni forma di insegnamento intellettuale veniva impartita in latino; si era dotti soltanto se si riusciva a parlare latino; per molto tempo, e ancora intorno al mille, si scriveva praticamente soltanto in latino. ([[Edmond Pognon]])