Ettore Ciccotti: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Ettore Ciccotti==
*Distinta dal [[Cristianesimo]] per varie e fondamentali discrepanze (1), {{NDR|La filosofia [[Stoicismo|stoica]]}} avea nondimeno con esso molti punti di contatto. L'una e l'altro spostavano il centro di gravità della vita, l'una nella vita interiore dello spirito, l'altro in cielo. Entrambi rinunciavano alla lotta, talora appartandosi dal campo delle sofferenze umane, tal'altra portandovi – l'una meno e l'altro più – una voce consolatrice; e tutti, ignari del loro tempo e dell'avvenire, rinunziavano, in teoria, ad ogni efficace sforzo per mutare le condizioni della {{sic|passeggiera}} vita presente e, in pratica, finivano col soggiacere alla tirannia del mondo esterno, alla forza degli eventi e alla necessità delle cose, malamente e imprudentemente rinnegate.<ref>Da ''[https://archive.org/details/iltramontodellas00cicc/page/n8/mode/1up Il tramonto della schiavitù nel mondo antico]'', Fratelli Bocca editori, Torino, 1899, Introduzione, cap. VIII, p. 32.</ref>
 
*Non è nella guerra, e nemmeno nella violenza in generale, che bisogna cercare l'origine e la causa della [[schiavitù]]. La guerra diventa un possente strumento di schiavitù, quando le condizioni sociali, che l'hanno fatta sorgere e progredire, sviluppandosi anch'esse, sviluppano alla loro volta l'istituzione della schiavitù e moltiplicano gli schiavi. Con l'adozione sempre più estesa e progressiva de' metalli, col convertirsi dell'agricoltura di nomade in fissa, con l'incremento e lo specificarsi de' mestieri, col sorgere del commercio; con le condizioni insomma, che preparano e apportano la proprietà privata della terra e l'accumulazione della ricchezza e una struttura sociale più varia e distinta da maggiori contrasti, sorge sistematicamente e comincia ad avere sempre maggiore incremento la schiavitù; essa stessa mezzo potente di maggiore accumulazione della ricchezza e di più distinti contrasti sociali.<ref>Da ''Il tramonto della schiavitù nel mondo antico'', ''cit.'', Parte prima, cap. I, p. 39.</ref>