Leonardo Sciascia: differenze tra le versioni

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*Ho avuto sempre ribrezzo dei [[Geco|gechi]]: e coloro che ne sostengono l'utilità nell'ordine della natura, in quanto si nutrono di moscerini alle piante nocivi, debbono ammettere che il disordine se non nell'esistenza dei gechi è da riconoscerlo nell'esistenza dei moscerini: e che un miglior ordine sarebbe nella inesistenza e dei moscerini e dei gechi che li divorano. (p. 60)
*Ma guardi: se lo avessi tra le mani per ventiquattro ore, ad interrogarlo come dico io, come so io, don Gaetano vomiterebbe l'anima sua, se anima ha... E non pensi, per carità!, a maltrattamenti, a torture... Lo farei soltanto scendere dal piedistallo, gli farei soltanto sentire che per me lui sta alla pari del ladro di galline, del debosciato pescato coi suoi tre grammi di eroina in tasca... Quando uno che si crede potente entra in un posto di polizia e si sente ordinare di togliersi le stringhe dalle scarpe e la cintura dai pantaloni, crolla, mio caro amico, crolla che lei non se lo immagina nemmeno. (p. 75)
*Il silenzio era vasto, reso ancora più vasto e consistente da un lontano orizzonte di voci, motori, cani che abbaiavano. Facciamo una gara di silenzio, mi dissi: ché la campagna, quella campagna, mi riportava all'infanzia, ai giuochi; tra cui erano quelli, stanchi dei più movimentati, del non parlare, del non ridere, dello stare ad occhi chiusi. (p. 77)
*Veda: credere che Cristo abbia voluto fermare il male è l'errore più vecchio e più diffuso del mondo cristiano. "Dio non esiste, dunque nulla ci è permesso". Queste grandi parole, nessuno ha mai veramente tentato di rovesciarle: piccola, ovvia, banale operazione. "Dio esiste, dunque tutto ci è permesso". Nessuno, dico, tranne Cristo. E nella sua vera essenza, questo è il cristianesimo: che tutto ci è permesso. Il delitto, il dolore, la morte: crede sarebbero possibili, se Dio non ci fosse? (p. 78)
*Ma come mi spaventa l'essere prete, di più mi spaventerebbe l'essere giudice... Le parole di Cristo sono tremende: "Non giudicate, affinché non siate giudicati"<ref>Cfr. [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] 7.</ref>. Non proibisce il giudicare, ma lo pone in diretto e inevitabile rapporto con l'essere giudicati. "Leva prima la trave dal tuo occhio, e allora avrai la vista capace per togliere la pagliuzza dall'occhio del fratello". E noti: la trave nell'occhio di chi giudica, la pagliuzza nell'occhio di chi è giudicato. Non avrà voluto intendere che solo i peggiori giudicano, scelgono di giudicare, possono giudicare, in forza delle loro colpe, della loro colpa, ma dopo essersene confessati e liberati? (p. 91)
*Come è stata la sua infanzia? Felice, infelice? Spero per lei che sia stata infelice, le infanzie felici germinano noia, tristezza, nequizia... (p. 92)
*Nessuno merita di essere lodato per la sua bontà se non ha la forza di essere cattivo. (p. 97)
*Non c'è qualcosa, nelle lenti, negli [[occhiali]], che mi suscita, remoto, imprecisabile, un senso di stupore e insieme di apprensione? Non c'è qualcosa che ha a che fare con la verità e con la paura di scoprirla? (p. 99)
*Il nostro più grande errore, il più grande errore che sia stato commesso da coloro che hanno governato, o che hanno creduto di governare, la Chiesa di Cristo, è stato quello di identificarsi, ad un certo momento, con un tipo di società, con un tipo di ordine. È un errore che perdura, anche se molti ormai cominciano ad avere coscienza che è un errore. Approssimativamente, con una battuta, le posso dire: il [[XIX secolo|secolo diciottesimo]] ci ha fatto perdere il senno, il [[XX secolo|ventesimo]] ce lo farà riguadagnare. Ma che dico, ce lo farà riguadagnare? Sarà finalmente la vittoria, il trionfo. (p. 103)
*È stato detto che il razionalismo di [[Voltaire]] ha uno sfondo teologico incommensurabile all'uomo quanto quello di [[Blaise Pascal|Pascal]]. Io direi anche se il candore di [[Voltaire#Candido|Candide]] vale esattamente quanto lo spavento di Pascal, se non è addirittura la stessa cosa. Solo che Candide trovava finalmente un proprio giardino da coltivare... "Il faut cultiver nostre jardin"... Impossibile: c'è stato un grande e definitivo esproprio. E forse si possono oggi riscrivere tutti i libri che sono stati scritti; e altro anzi non si fa, riaprendoli con chiavi false, grimaldelli e, mi consenta un doppio senso banale ma pertinente, piedi di porco. Tutti, Tranne ''Candide''. (pp. 104-105)
 
==''Una storia semplice''==