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*I movimenti politici polarizzanti dell'Europa del XXI secolo [...] non si basano su un'ideologia vera e propria, per cui non hanno bisogno di usare la violenza o il terrore poliziesco. Vogliono che i loro «chierici» li difendano, ma non li obbligano a dichiarare che il nero è bianco, che la guerra è pace e che le fattorie statali hanno raggiunto il 1000 per cento della produzione stabilita dal piano. Per la maggior parte non ricorrono a una propaganda in conflitto con la realtà di tutti i giorni. Eppure hanno tutti a fondamento, se non una Grande Bugia, quella che, come mi ha detto una volta lo storico Timothy Snyder, dovrebbe essere chiamata una Bugia di Media Grandezza. In altre parole, tutti sollecitano i loro seguaci a aderire, almeno per parte del tempo, a una realtà alternativa. A volte tale realtà alternativa si sviluppa organicamente; più spesso viene costruita con cura, con l'aiuto delle moderne tecniche di marketing, della segmentazione del pubblico e di campagne sui social media. (pp. 31-32)
*La presa emotiva di una [[teoria del complotto]] è dovuta alla sua semplicità. Essa spiega fenomeni complessi, rende conto del caso e di accidenti, offre al credente la gratificante sensazione di avere un accesso speciale e privilegiato alla verità. Per coloro che divengono i guardiani dello Stato a partito unico, la ripetizione di tali teorie del complotto offre anche un'altra ricompenza: il potere. (p. 37)
*Il metodo di [[Viktor Orbán|Orbán]] funziona. Se sollevi questioni che suscitano emozioni e ti atteggi a difensore della civiltà occidentale, specialmente all'estero, nessuno si accorgerà del nepotismo e della corruzione in patria. (p. 43)
*Ex Iugoslavia a parte, dopo il 1989 in Europa centrale non si assistette a nessuna ondata autoritario-nazionalista e antidemocratica. Il fenomeno è più recente, dell'ultimo decennio. E non è dovuto a mistici «fantasmi del passato», bensì a specifiche azioni di persone cui le loro democrazie non piacevano. Non piacevano perché erano troppo deboli o troppo imitative, troppo indecise o troppo individualiste, o perché al loro interno esse non stavano facendo personalmente carriera abbastanza in fretta. (p. 45)
*Il linguaggio usato dall'estrema destra europea, con il suo appello alla «rivoluzione» contro le «élite» e i suoi sogni di violenza «purificatrice» e scontri culturali apocalittici, è talmente simile al linguaggio utilizzato un tempo dall'estrema sinistra europea da destare inquietudine. (p. 47)
 
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