Gilberto Corbellini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 43:
*Quello che è necessario comprendere in prima battuta è che la Francia ha un problema drammatico: oltre il 30% delle persone dichiara di non volersi vaccinare; e il 15-20% si dice esitante. Macron è terrorizzato: per questo, forse, ha deciso di estendere l’obbligo di green pass, perché ha capito che rischia di non tagliare neanche il traguardo 50% delle vaccinazioni.
*Noi in Italia non abbiamo il 30% di persone che dichiarano di non volersi vaccinare come in Francia, ma meno del 10%. E un 20% fluttuante di esitanti. Vede, la distorsione sta nel fatto che si guarda quel che succede in Israele, quel che succede in Svezia, quello che succede in Danimarca e poi si vuole applicarlo anche in Italia. Bisognerebbe studiare la situazione italiana e vedere se è pertinente una scelta come quella di Macron.
*Le ragioni di un [[Antivaccinismo|antivaccinista]] sono molteplici: hanno matrice filosofico-religiosa, di percezione del rischio e anche ideologica, quindi contro le ingerenze dello Stato sulle scelte individuali. Dopo il caso Wakefield il fenomeno no vax è stato studiato e maneggiato da molti, portandolo ad assumere un rilievo sociale e culturale che senza questo clamore probabilmente non avrebbe. In altre parole se non si danno loro argomenti e pretesti per salire sulle barricate, se ne stanno buoni e magari qualcuno si vaccina pure.
*Noi tendiamo a sottovalutare il fatto che fino agli anni ’50 circa anche nel mondo occidentale, così come oggi nell’Africa Subsahariana, i bambini si ammalavano e potevano morire di malattie infettive, che erano ancora le principali cause di morte. Dagli anni 60-70 le malattie infettive si sono progressivamente ritirate e grazie ai vaccini sono rare e non letali nel mondo occidentale. La paura che c’era ai primi del ’900 delle malattie infettive oggi non c’è più. Allora la percezione del rischio vaccino era contrastata dalla percezione del rischio vaiolo, morbillo, difterite, tubercolosi, polio, adesso no. Non si vedono quasi più bambini e persone che ti muoiono vicino per malattie infettive. Questa sparizione di uno stimolo ambientale che consentiva alle persone di accettare un rischio vaccino o l’ingerenza dello Stato, adesso si è quasi del tutto assottigliato. Dipendiamo da altri fattori se vogliamo che le persone partecipino alle campagne vaccinali: il primo è la fiducia nel funzionamento della democrazia e delle istituzioni. Cosa che in Italia rimane ai minimi.