Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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*Predicare la morale è facile, fondare la morale difficile.<ref>Da ''Sulla volontà nella natura'', a cura di Sossio Giametta, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858656549</ref>
*Prima di bruciare vivo [[Giulio Cesare Vanini|Vanini]], un pensatore acuto e profondo, gli strapparono la lingua, con la quale, dicevano, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo cose del genere, mi vien voglia di bestemmiare quel dio.<ref>Da ''Der handschriftliche Nachlass'', hrsg. von A. Hübscher, 5 voll., Frankfurt am Main 1966-68, vol. 4, II, p. 23.</ref>
*Quello che nella vita reale mi è stato sempre e dappertutto di ostacolo, sin negli anni più tardivi, è stata la mia incapacità di fornirmi di una ragione sufficiente della piccolezza e della bassezza degli uomini.<ref>Da ''Εἰς ἑαυτόν. Appunti di saggezza per me stesso'', a cura di Fabrizio Fortini, Acquaviva, 1994, p. 40.</ref>
*Se noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmo. La prova più certa della nostra [[immortalità]] è il fatto che noi ora siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è esistito una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un tempo infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo si fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista della creazione del mondo che si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi analoghi di Platone e altri filosofi.<ref>Da ''Der Handschriftliche Nachlass'', vol. III, ''Manoscritti 1818-1830'', p. 643, DTV, München-Zürich 1985.</ref>
*Tutta la mia filosofia si lascia riassumere in una frase: il mondo è la [[volontà]] che conosce se stessa.<ref>Da ''Der Handschriftliche Nachlass'', vol. I, ''Manoscritti 1804-1818'', p. 462, DTV, München-Zürich 1985.</ref>