Plutarco: differenze tra le versioni

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*Perché le [[lupo|lupe]] in un determinato periodo dell'anno partoriscono tutte nel giro di dodici giorni? [[Antipatro di Tarso|Antipatro]], nel suo libro ''Sugli animali'', asserisce che le lupe espellono i nati quando gli [[quercia|alberi che producono ghiande]] gettano a terra i loro fiori. Una volta che le lupe li assaggiano, il loro utero si schiude. Quando invece non c'è abbondanza di questi fiori, il feto – a detta di Antipatro – muore dentro il ventre della lupa e non può venire alla luce. È per questo motivo che le regioni che non sono ricche di ghiande e di querce non sono infestate dai lupi.<ref>Da ''Aetia physica'', 38; in ''Frammenti sugli animali'', p. 164.</ref>
*Sovente avviene che gli [[Amico e nemico|amici]] nostri sono malati e muoiono, e noi prolungando le visite, o dispregiandoli nol sappiamo; ma de' [[Amico e nemico|nemici]] nostri andiamo curiosamente investigando infino a' sogni.<ref>Da ''Come si potria trar giovamento da' nimici'', in ''Opuscoli'', vol. I, p. 248.</ref>
 
===Attribuite===
*La barba non fa il filosofo.
:Versione tuttora conosciuta del proverbio greco «''ἀπò πώγωνoς φιλóσoφoι / σoφoί / σoφισταί''» («(riconoscere) i filosofi / i sapienti dalla barba»). Abitualmente, si cita come sua fonte un passo delle ''Quaestiones convivales'' di Plutarco (709b), senza però accezioni proverbiali: «[...] sofisti che emettono gravi sentenze dalle loro barbe»<ref>Da ''Questioni conviviali'', traduzione di Anna Busetto, in ''Tutti i Moralia'', coordinamento di Emanuele Lelli e Giuliano Pisani, Bompiani, Firenze-Milano, 2018, p. 1357. ISBN 9788858777428</ref>.<ref>''Dizionario delle sentenze latine e greche'', a cura di Renzo Tosi, Rizzoli, Milano, 2017. ISBN 9788858690208</ref>
 
==''Iside e Osiride''==