Wole Soyinka: differenze tra le versioni

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*Nel mio paese, la [[Nigeria]], si parlano più di trecento lingue. E dico lingue, non dialetti. Quindi quale lingua ci rappresenta? Per quanto mi riguarda lo yoruba è la lingua che sento per le strade, nelle case, che parlo in famiglia; ed è vero, l'inglese ci è stato imposto e ci ricorda il nostro passato coloniale. È un tema di cui si discute molto in Africa, ma in realtà la lingua in sé è solo una convenzione che non ha alcun significato; l'inglese dopotutto è utile, perché è una lingua franca accessibile a tutti e che ci permette di comunicare tra noi. Anche se definirla semplicemente inglese è un po' riduttivo, perché in realtà in Africa tutti usiamo una lingua pidgin a cui aggiungiamo qualcosa delle nostre lingue tribali. Io ho scritto la maggior parte delle mie opere in inglese e ho scritto teatro in yoruba, perché era più naturale. Ma non è così importante; a volte mi ritrovo a leggere Shakespeare e a chiedermi: “Un momento, questo è inglese o yoruba?”. La lingua è un mezzo flessibile, con cui gli artisti possono ''mess around'' {{NDR|pasticciare}}.<ref>Citato in ''[https://linguaenauti.com/2017/11/06/wole-soyinka-la-lingua-non-basta/ Wole Soyinka: la lingua non basta]'', ''Linguaenauti.com'', 6 novembre 2017</ref>
 
{{Int|Dall'intervistaDa di ''Ilsole24ore''|''[https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-14/intervista-wole-soyinka-corruzione-162429.shtml?uuid=AbvErx7E Intervista a Wole Soyinka: la corruzione? Non è un male solo africano, riguarda anche casa vostra]'', |''Ilsole24ore.com'', 14 marzo 2012}}
*L'Africa è un paese dal carattere molto drammatico, che sempre mostra i suoi vissuti in modo eclatante.
*In Nigeria si avverte una forte tensione. Se non si farà chiarezza temo si arriverà ad uno scontro. Non importa che colore abbia chi indossa lo stivale del colonialismo, conta l'oppressione non il colore dell'oppressore.
*Molti africani guardano ormai con sospetto e scetticismo le rivoluzioni. L'Africa è stanca di messia, perché molti messia di queste rivoluzioni si sono rivelati più inetti e sfruttatori persino dei vecchi padroni coloniali.
 
{{Int|Dall'intervistaDa di ''Doppiozero''|''[https://www.doppiozero.com/materiali/why-africa/la-sua-africa-conversazione-con-wole-soyinka La sua Africa. Conversazione con Wole Soyinka]'', |''Doppiozero.com'', 11 Dicembre 2015}}
*La mia prospettiva sul mondo è indubitabilmente, profondamente yoruba. Sono cresciuto in un ambiente pervaso di teatro. Sulle strade della mia città, Abeokuta, da bambino vedevo sfilare i cortei degli ''egungun'', le maschere ancestrali yoruba. Processioni religiose e secolari riempivano le piazze pubbliche, i mercati. Poi c’erano i riti, le festività stagionali delle divinità tradizionali. Quando cominciai ad andare a scuola e m’imbattei in un altro tipo di teatro, tutto divenne un continuum nella mia mente e cominciai a sperimentare.
*La storia dell’Africa non può essere separata da quella della sua diaspora, che ha avuto luogo in tutte le parti del mondo, né da quella di tutte le altre dispersioni cui è stata sottoposta l'umanità nel corso dei secoli. Tuttavia, è una storia che presenta un fascino particolare per tutti gli africani, perché è la loro storia, ed è una storia che anno dopo anno si ripresenta al loro cospetto con segni indiscutibili di soppressione e di distorsione massiccia.
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*Come mai le prostitute nigeriane – o meglio, chi sta dietro al racket – sono di gran lunga più presenti in Italia che nelle altre nazioni europee? I nostri due paesi sono anime gemelle!
 
{{Int|Dall'intervistaDa de ''L'Espresso''|''[http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2017/02/24/news/non-si-ferma-l-umanita-in-cammino-1.296058 Soyinka: "Non si ferma l'umanità in cammino"]'', |''Espresso.repubblica.it'', 24 febbraio 2017}}
*Pensiamo all’umanità come a una comunità di esseri viventi costantemente in movimento. Essere umani significa essere in moto, in una situazione dinamica. Organizzazioni come [[Boko Haram]] o [[Stato Islamico|Daesh]] cercano invece la stasi, la stagnazione. Rifiutano lo sviluppo, hanno una concezione primitiva della società. Questa si chiama inimicizia verso l’umanità. E tutte le arti dovrebbero scendere in prima linea e puntare l’attenzione su quello che sta succedendo. Un modo per combatterle, per esempio, è ridicolizzarle. Sono organizzazioni così autoriferite, egotistiche, tronfie e presuntuose. La loro pomposità è oscena e dovrebbe essere oggetto della più aspra ridicolizzazione.
*L’opportunismo dell’Europa ha forti responsabilità sulla destabilizzazione dell’Africa di oggi, che ha portato all’esplosione di migranti.
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*La Nigeria è stata spesso definita una bomba a orologeria. Paradossalmente, è proprio per questo che deve restare unita. Un'esplosione in uno spazio ridotto è più dannosa di quella che può verificarsi in un territorio più grande, capace di assorbirne l'impatto e aumentare le possibilità di sopravvivenza.
 
{{Int|Dall'intervistaDa di ''Minima & moralia''|''[http://www.minimaetmoralia.it/wp/senza-impegno-politico-non-sarei-lo-scrittore-intervista-wole-soyinka/ "Senza impegno politico non sarei stato lo scrittore che sono": Intervista a Wole Soyinka]'', |''Minimaetmoralia.it'', 26 settembre 2017}}
*[[Nelson Mandela|Mandela]] è stato come un fratello maggiore. Dopo la sua liberazione, nel nostro incontro era esattamente l’immagine che mi aveva accompagnato negli anni: un uomo dal coraggio quieto. La sua lotta per la libertà e per la dignità umana entrarono nelle mie poesie.
*In Nigeria il boom petrolifero è stato il motore della crescita esponenziale dell’urbanizzazione e ciò ha colpito con crescente pressione le strutture preesistenti con il conseguente crack dei centri urbani, non pronti ad ammortizzare tale crescita. Senza investimenti pesanti sulle infrastrutture, sui servizi urbani la trasformazione non equivarrà al miglioramento delle condizioni di vita.
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*Tutto è negoziabile anche l’unità del paese, non il diritto delle persone a determinare il proprio futuro.
 
{{Int|Dall'intervistaDa di ''Mangialibri''|''[http://www.mangialibri.com/interviste/intervista-wole-soyinka Intervista a Wole Soyinka]'', |''Mangialibri.com'', 2018}}
*Prendiamo in esame le religioni, confrontatele: da una parte c’è la vostra religione che è una religione accomodante, di spirito ecumenico, cioè che è disposta anche a accogliere e addirittura a assorbire i sistemi di fede degli altri. E all’altro estremo c’è una religione la quale impone che nulla dei capisaldi di quella fede venga mai toccato. In Africa invece non troverete mai alcuna religione che propugna i principi della crociata o della jihad per dirlo in arabo: per lo più con poche eccezioni, nel continente africano, i sistemi di credenze, di fede in generale non fanno alcun tentativo di fare proseliti, di convertire gli altri con la forza, pensano piuttosto che l’altro che non condivide la tua fede deve poter trovare il proprio modo di rapportarsi con il Principio Superiore o la Divinità o Dio. Detto questo chi si reca nei Caraibi, nelle Antille o nell’America latina si accorge rapidamente che tantissime convinzioni, credenze religiose africane si sono diffuse in quelle regioni del mondo e hanno, per così dire, contagiato addirittura la fede cristiana. Sono stati gli schiavi a fare questo, schiavi che venivano definiti dei subumani, che provenivano dall’Africa e che quantunque non avessero nessun potere di coercizione, a loro era perfino vietato toccare il padrone, figuriamoci quale potere potevano mai esercitare! Nonostante questa impotenza sostanziale sono stati proprio loro a passare le concezioni religiose africane, sono stati loro il veicolo della diffusione.
*Tutti coloro che veramente, e ce ne sono tanti, anelano a tornare in Africa. Anche coloro che fanno parte della nuova ondata migratoria che si è sovrapposta alla prima, che ora vivono altrove, in Europa, in America. Di sicuro potrebbero vedere e toccare con mano ciò che di valido hanno apportato in questi paesi. Credo che questo progetto potrebbe essere di stimolo anche ai leader, ai governanti africani perché si ricordino che quello che devono fare è cercare di creare un ambiente positivo per gli africani a casa, in modo da tenerli a casa, in Africa.
*Io ero negli Stati Uniti durante la campagna presidenziale e ho visto un candidato fare affermazioni xenofobe e razziste talmente gravi da deliberatamente suscitare commenti e reazioni, infiammare sentimenti primitivi dell’elettorato americano, e fra l’altro lo ha fatto insultando praticamente tutti: messicani, asiatici e anche nigeriani. Anche se nessuno lo prendeva sul serio, i consensi dell’elettorato nei suoi riguardi crescevano e lui si avvicinava sempre più alla Casa Bianca. In quel momento io ho detto ai miei amici, le persone con cui lavoro in America, ho detto che se gli americani votano questo signore rivelano che non sono ancora guariti, non si sono ancora liberati dal germe del razzismo e della xenofobia.
 
{{Int|Dall'intervistaDa di ''Avvenire''|''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/soyink-420171bb28b14fedb35e3b3002d196f9 Wole Soyinka: «Liberiamo la libertà». Ma attenti a Internet]'', |''Avvenire.it'', 23 maggio 2018}}
*Prendiamo per esempio quanto accadde con le cosiddette “Primavere arabe”. È chiaro che gran parte di esse sono state favorite proprio da Internet e dalla connettività. In molti casi si è riusciti a cacciare i dittatori, a scoprire e a denunciare i loro crimini e le loro ruberie in un modo che in passato non sarebbe stato possibile. Molti di essi si erano limitati a sostituire i vecchi imperi coloniali con imperi personali. Non dobbiamo però illuderci che il potere ci consenta sempre di usare il massimo della tecnologia, poiché ci saranno sempre delle limitazioni. Inoltre Internet ha favorito anche il proliferare di notizie false o distorte, e purtroppo a volte la democratizzazione della tecnologia ha fatto finire il potere nelle mani delle persone sbagliate, aumentando quindi i rischi in termini di oppressione politica.
*Non esiste alcuna forma di fanatismo nella tradizione religiosa degli Orisha, le divinità dell’Africa occidentale, che è tipica degli Yoruba, il mio popolo. È una religione ecumenica, del tutto priva di fanatismo, al cui interno non c’è nessuno spazio per l’estremismo. Quelli di Boko Haram sono barbari che vogliono islamizzare la nazione, il cui fondamentalismo religioso si unisce a una sete smisurata di risorse petrolifere. Poi ci sono anche molti politici corrotti che cercano di manipolarlo, quell’estremismo religioso.
*Penso che in primo luogo Mandela sia stato – e sia ancora – un modello di possibilità, una giudiziosa combinazione di combattività e di compassione umana che ha reso possibile il progresso dell’umanità verso una società nonviolenta, da raggiungere attraverso la libertà e la dignità umana. Era assolutamente privo della sete di potere che è invece una delle piaghe di molti leader africani.
 
{{Int|Dall'intervistaDa di ''Pangea''|''[http://www.pangea.news/soyinka-trump-obama-nobel-islam-intervista/ “Trump è un razzista, Obama non meritava il Nobel per la pace (né Bob Dylan quello per la letteratura), l'Islam è responsabile di un fondamentalismo distruttivo”]'', |''Pangea.news'', 23 marzo 2019}}
*Trump si è presentato con un programma basato sul disprezzo politico, razziale e ideologico nei confronti di Obama. Non è stato nemmeno discreto riguardo alla sua missione di smantellare l’eredità di quest’uomo di colore.
*In Nigeria e in altri paesi, quando si sente che un presidente o un governatore è arrivato e ha iniziato a sparlare delle politiche, dei traguardi o delle attività del proprio predecessore, di solito è per un solo scopo. Cancella questo, quello, quell’altro, così può ricominciare da capo a guadagnarsi i soldi. In altre parole, spesso alla radice c’è la corruzione. Questa è la prima volta che ho visto un approccio iconoclastico, la negatività pura come scopo, come ideologia di un nuovo presidente. È come dire agli americani “Vi hanno venduto uno scemo. Io sono l’autentico americano e quindi posso fare quello che voglio”.