Martin Buber: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Il cammino dell'uomo: + n. di pagina, - doppione; la citazione di p. 64 è l'explicit.
→‎Il cammino dell'uomo: fix, riunisco 3 citazioni, una sola edizione per i riferimenti bibliografici.
Riga 11:
 
==''Il cammino dell'uomo''==
*Ciascuno[...] ciascuno deve custodire e santificare la propria [[anima]] nel modo e nel luogo a lui propri, senza invidiare il modo e il luogo degli altri [...] ciascuno deve rispettare il mistero dell'anima del suo simile e astenersi dal penetrarvi con un'indiscrezione impudente e dall'utilizzarlo per i propri fini [...] ciascuno deve, nella vita con se stesso e nella vita con il mondo, guardarsi dal prendere se stesso per fine. ( pp. 55-56)
*Ciascuno deve, nella vita con se stesso e nella vita con il mondo, guardarsi dal prendere se stesso per fine.
*Ciascuno deve rispettare il mistero dell'anima del suo simile e astenersi dal penetrarvi con un'indiscrezione impudente e dall'utilizzarlo per i propri fini.
*Con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primo e unico. (2004, p. 27)
*È vero che ciascuno deve [[conoscere se stessi|conoscersi]], purificarsi, giungere alla pienezza; ma non a vantaggio di se stesso, non a beneficio della sua felicità terrena o della sua beatitudine celeste, bensì in vista dell'opera che deve compiere sul mondo di Dio. (pp. 53-54)
*Ecco ciò che conta in ultima analisi: lasciar entrare [[Dio]]. Ma lo si può lasciar entrare solo là dove ci si trova, e dove ci si trova realmente, dove si vive, e dove si vive una vita autentica. Se instauriamo un rapporto santo con il piccolo mondo che ci è affidato, se, nell'ambito della creazione con la quale viviamo, noi aiutiamo la santa essenza spirituale a giungere a compimento, allora prepariamo a Dio una dimora nel nostro luogo, allora lasciamo entrare Dio. (2004, p. 64)
*Esiste un ritorno perverso a se stessi che, invece di provocare l'uomo al [[ravvedimento]] e metterlo sul cammino, gli prospetta insperabile il ritorno e così lo inchioda in una realtà in cui ravvedersi appare assolutamente impossibile e in cui l'uomo riesce a continuare a vivere solo in virtù dell'orgoglio demoniaco, dell'orgoglio della perversione. (2004, p. 24)
*Il ritorno decisivo a se stessi è nella vita dell'uomo l'inizio del cammino, il sempre nuovo inizio del cammino umano. Ma è decisivo, appunto, solo se conduce al cammino: esiste infatti anche un ritorno a se stessi sterile, che porta solo al tormento, alla disperazione e a ulteriori trappole. (2004, p. 23)
*L'uomo deve allontanarsi dalla natura solo per ritornarvi rinnovato e per trovare, nel contatto santificato con essa, il cammino verso Dio. (2004, p. 32)
*[...] la nostra autentica [[senso della vita|missione in questo mondo]] in cui siamo stati posti non può essere in alcun caso quella di voltare le spalle alle cose e agli esseri che incontriamo e che attirano il nostro cuore; al contrario, è proprio quella di entrare in contatto, attraverso la santificazione del legame che ci unisce a loro, con ciò che in essi si manifesta come bellezza, sensazione di benessere, godimento. Il [[chassidismo]] insegna che la gioia che si prova a contatto con il mondo conduce, se la santifichiamo con tutto il nostro essere, alla gioia in Dio. (2004, p. 31)
*Qualsiasi atto naturale, se santificato, conduce a Dio, e la natura ha bisogno dell'uomo perché compia in lei ciò che nessun angelo può compiere: santificarla. (2004, pp 31-32)
*Per sfuggire alla responsabilità della vita che si è vissuta, l'esistenza viene trasformata in un congegno di nascondimento. (2004, p. 21)
*Quanto di grande e di santo è stato compiuto ha per noi valore di esempio perché ci mostra con grande evidenza cosa sono grandezza e santità, ma non è un modello da ricalcare. (2004, pp. 25-26)
*Tutti gli uomini hanno accesso a Dio, ma ciascuno ha un accesso diverso. (2004, p. 28)
*Gli uomini con i quali viviamo o che incrociamo in ogni momento, gli animali che ci aiutano nel lavoro, il terreno che coltiviamo, i prodotti della natura che trasformiamo, gli attrezzi di cui ci serviamo, tutto racchiude un'essenza spirituale segreta che ha bisogno di noi per raggiungere la sua forma perfetta, il suo compimento. (2004, p. 61)<br>{{NDR|Martin Buber, ''Il cammino dell'uomo: {{small|secondo l'insegnamento chassidico}}'', prefazione di [[Enzo Bianchi]], traduzione da Gianfranco Bonola, Qiqajon, Magnano, stampa 2004. ISBN 978-88-85227-18-7}}
 
{{NDR|Martin Buber, ''Il cammino dell'uomo'', traduzione di Gianfranco Bonola, Qiqajon, 1990}}<br>{{NDR|Martin Buber, ''Il cammino dell'uomo: {{small|secondo l'insegnamento chassidico}}'', prefazione di [[Enzo Bianchi]], traduzione da Gianfranco Bonola, Qiqajon, Magnano, stampa 2004. ISBN 978-88-85227-18-7}}
 
==Note==