Gino Monaldi: differenze tra le versioni

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*L'essere romagnolo fu cosa di cui il Masini non sì dimenticò mai interamente. Quel benedetto sangue di Romagna continuò a bollirgli sempre nelle vene e ad avere i suoi lieviti anche sulle scene. Né ciò gli nuoceva, ché anzi rendeva più caldi e vigorosi i suoi scatti e i suoi impeti [...]. (cap. X, p. 190)
 
*[...}] coll'esercizio e lo studio la voce della [[Maddalena Mariani Masi|Mariani]] {{NDR|che proveniva dalle file delle coriste}} acquistò tale densità e robustezza da farla divenire ben presto un soprano drammatico chiaro e deciso, la cui poderosità vocale, più e meglio che in due o tre note acute, si esplicava ugualmente in tutta la scala e segnatamente nell'ottava media – la parte, in genere, più debole delle prime donne drammatiche attuali. Conscia di questa sua forza, essa era presa sovente dal desiderio di farne mostra, e ciò costituiva un lenocinio non lodevole di cui, pur troppo, le cantanti venute dopo di lei, e procedenti sulla stessa via, si sono compiaciute con danno della logica e del buon gusto, e soprattutto delle voci. (cap. XII, p. 213)
 
*La voce del [[Julian Gayarre|Gayarre]] non possiede l'aureo timbro di quella del Marconi<ref>Francesco Marconi (1855 – 1916), tenore italiano.</ref>. Come quella di quasi tutti i cantanti {{sic|spagnuoli}}, il suono è lievemente gutturale e velato, e l'attacco delle note acute è meno spontaneo e impetuoso; in compenso però la voce del Gayarre – per la natura del suo colore – appare più maschia e sonora e il velo che l'adombra le aggiunge talvolta una dolcezza armoniosa indicibile. (cap. XIII, p. 240)