Gilberto Corbellini: differenze tra le versioni

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*Si è visto che nel caso di Covid-19 non si manifesta la disgiunzione tra ruolo dell'ideologia e sofisticazione cognitiva, come avviene per il riscaldamento globale. Il riscaldamento globale è una delle poche questioni scientifiche dove quello che uno pensa è prevedibile più sulla base della sua ideologia politica (negli Stati Uniti) che del suo livello di sofisticazione cognitiva. Si tratta anche dell’unico tema in cui la sofisticazione cognitiva è effettivamente e costantemente associata a una maggiore polarizzazione politica, cioè più le persone capiscono di scienza più radicalmente si schierano colorando la loro posizione in termini politico-ideologici. Le percezioni sbagliate su Covid-19 sono più strettamente collegate al grado di capacità cognitive, cioè alla mancanza di sofisticazione scientifica, come nel caso della falsa convinzione che i vaccini causino l'autismo o che gli alimenti geneticamente modificati siano dannosi per la salute (ma forse questo non vale in Europa).
*La disinformazione è una minaccia per la salute in generale, e nel caso della pandemia lo è ancora di più. Le persone disinformate possono non praticare il distanziamento fisico e assumere sostanza tossiche perché consigliate male. Tuttavia, correggere efficacemente la disinformazione dopo che le persone vi hanno creduto non è così intuitivo. Studi che risalgono anche a una ventina di anni fa dimostrano che la disinformazione continua a influenzare le persone, anche dopo che è stata ritrattata da parte di chi l’ha messa in circolazione. Qualche risultato utile si ottiene se le persone vengono avvisate che devono controllare quello che viene loro raccontato, confrontandolo con i fatti.
 
{{Int|Da [https://www.huffingtonpost.it/entry/gilberto-corbellini-obbligo-vaccino_it_60eeb332e4b0d5140ebb0ce6 ''Gilberto Corbellini: "Piano con l'obbligo vaccinale, la libertà è un tema delicato"'']|Intervista di Linda Varlese, ''Huffingtonpost.it'', 15 luglio 2021}}
*Quello che è necessario comprendere in prima battuta è che la Francia ha un problema drammatico: oltre il 30% delle persone dichiara di non volersi vaccinare; e il 15-20% si dice esitante. Macron è terrorizzato: per questo, forse, ha deciso di estendere l’obbligo di green pass, perché ha capito che rischia di non tagliare neanche il traguardo 50% delle vaccinazioni.
*Noi in Italia non abbiamo il 30% di persone che dichiarano di non volersi vaccinare come in Francia, ma meno del 10%. E un 20% fluttuante di esitanti. Vede, la distorsione sta nel fatto che si guarda quel che succede in Israele, quel che succede in Svezia, quello che succede in Danimarca e poi si vuole applicarlo anche in Italia. Bisognerebbe studiare la situazione italiana e vedere se è pertinente una scelta come quella di Macron.
*Le ragioni di un antivaccinista sono molteplici: hanno matrice filosofico-religiosa, di percezione del rischio e anche ideologica, quindi contro le ingerenze dello Stato sulle scelte individuali. Dopo il caso Wakefield il fenomeno no vax è stato studiato e maneggiato da molti, portandolo ad assumere un rilievo sociale e culturale che senza questo clamore probabilmente non avrebbe. In altre parole se non si danno loro argomenti e pretesti per salire sulle barricate, se ne stanno buoni e magari qualcuno si vaccina pure.
*Noi tendiamo a sottovalutare il fatto che fino agli anni ’50 circa anche nel mondo occidentale, così come oggi nell’Africa Subsahariana, i bambini si ammalavano e potevano morire di malattie infettive, che erano ancora le principali cause di morte. Dagli anni 60-70 le malattie infettive si sono progressivamente ritirate e grazie ai vaccini sono rare e non letali nel mondo occidentale. La paura che c’era ai primi del ’900 delle malattie infettive oggi non c’è più. Allora la percezione del rischio vaccino era contrastata dalla percezione del rischio vaiolo, morbillo, difterite, tubercolosi, polio, adesso no. Non si vedono quasi più bambini e persone che ti muoiono vicino per malattie infettive. Questa sparizione di uno stimolo ambientale che consentiva alle persone di accettare un rischio vaccino o l’ingerenza dello Stato, adesso si è quasi del tutto assottigliato. Dipendiamo da altri fattori se vogliamo che le persone partecipino alle campagne vaccinali: il primo è la fiducia nel funzionamento della democrazia e delle istituzioni. Cosa che in Italia rimane ai minimi.
 
==Note==