Gino Monaldi: differenze tra le versioni

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→‎Verdi: Victor Maurel
→‎Verdi: Don Carlo (Don Carlos)
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*''[[La forza del destino|La Forza del Destino]]'' può considerarsi come l'ultima delle opere popolari del Verdi, di quelle, cioè, la cui musica divenne patrimonio universale. Dopo il ''Trovatore'' si può anzi dire che nessun altro melodramma del compositore italiano sia altrettanto penetrato nelle orecchie del popolo e vi sia così saldamente e genialmente rimasto. La popolarità della ''Forza del Destino'' è fenomeno del quale la critica cercherebbe invano le ragioni. Ragioni non ve ne sono. Il popolo ha i suoi istinti come la scienza ha le sue leggi. (cap. XVIII, p. 180)
 
*Fra le opere del Verdi, quella sulla quale la critica e il pubblico hanno maggiormente discusso è il ''[[Don Carlo|Don {{sic|Carlos}}]]''. Rappresentato nelle più cospicue città d'Italia e dell'estero fu, a vicenda, posto sugli altari, come a Bologna, Milano, Parma; accolto freddamente a Roma, Napoli, Parigi e Londra. In mezzo a questa disparità di verdetti dove è che si rispecchia meglio la verità? (cap. XIX, p. 187)
 
*Sino dalla prima rappresentazione di Milano {{NDR|dell'''Otello''}}, tutti avevano detto che non sarebbe stato possibile vedere e udire in seguito uno Jago non interpretato da [[Victor Maurel|Maurel]], né un protagonista che non fosse il Tamagno. Sebbene l'affermazione apparisse troppo esclusiva, nondimeno {{sic|fuvvi}} in essa gran parte di vero. Basta infatti avere udito, per esempio, il solo ''Credo'', detto da altri per persuadersene. In questo pezzo magistrale la collaborazione del Maurel è di una efficacia mirabile. (cap. XXVII, pp. 260-261)