Lettera ai Romani: differenze tra le versioni

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*Il [[regno dei cieli|regno di Dio]] infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. (14, 17 – 18; 1974)
*Beato colui che non condanna se stesso in quello che approva. (14, 22; 1994)
*Noi, che siamo i [[Forza e debolezza|forti]], abbiamo il dovere di portare le infermità dei [[Forza e debolezza|deboli]], senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo nel bene, per edificarlo. (15, 1 – 2; 2008)
*Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. (15, 4 – 6; 2008)
*[[Accoglienza|Accoglietevi]] perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. (14, 7; 1974)
*Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo. (14, 13; 1974)
*Vi raccomando [[Febe (Bibbia)|Febe]], nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso. Salutate [[Aquila e Priscilla|Prisca e Aquila]], miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa. Salutate il mio caro [[Epeneto di Cartagine|Epèneto]], primizia dell'Asia per Cristo. (16, 1 – 5; 1974)
*Salutate [[Andronico di Pannonia|Andronìco]] e [[Giunia]], miei parenti e compagni di prigionia; sono degli apostoli insigni che erano in Cristo già prima di me. (16, 7; 1974)