Georg Wilhelm Friedrich Hegel: differenze tra le versioni

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*Nell'arte […] l'uomo non agisce sulla base del desiderio, e dunque non si rapporta a qualcosa di naturalmente concreto. Se qualcuno dicesse che i prodotti naturali sono superiori all'arte, perché sono organicamente viventi, bisognerebbe affermare invece che le opere d'arte, in quanto servono allo spirito e lo soddisfano, non appartengono affatto a questo terreno. Le opere d'arte non devono affatto essere prodotti naturali. È il desiderio a considerare superiori i prodotti naturali, perché non si può servire di quelli dell'arte. L'interesse artistico è privo di desiderio e perciò non si rapporta a quel che è sensibilmente concreto. D'altro canto le opere d'arte sono anche per l'intelligenza, per la considerazione spirituale, non per quella meramente sensibile. (p. 21)
*Ma l'interesse dell'[[intelligenza]] consiste nell'abbracciare l'essenza, l'universale della cosa, il concetto dell'oggetto. Questo interesse l'arte non lo possiede, e perciò si differenzia dalla scienza. La scienza ha per scopo il pensiero, l'astratto universale, ha per oggetto qualcosa di diverso da ciò che le è dato immediatamente nelle cose: essa va dunque al di là dell'immediato. L'arte questo non lo fa, non va al di là del sensibile, che le è assegnato, anzi ha per oggetto il sensibile, così come esso è immediatamente. Per un verso quindi è il sensibile l'oggetto della considerazione artistica, ma in modo tale che la considerazione lo lascia libero, che esso non viene distrutto, come lo distrugge il desiderio; il sensibile è dunque per lo spirito ma non nel senso che per l'arte sia oggetto il pensiero di questo sensibile, la sua essenza, il suo interno. (p. 22)
* L’arte dunque ha in sé il sensibile non come vivente concreto, solo come apparenza del sensibile, come superficie sensibile. Così l’arte sta nel mezzo tra il sensibile come tale e il puro pensiero. (p. 22)
 
==[[Incipit]] di ''Lezioni sulla filosofia della religione''==