Zlata Filipović: differenze tra le versioni

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*Sappiamo cosa sono le emergenze – le abbiamo sentite sulla nostra pelle, sono diventate parte della nostra vita, l'hanno distrutta, fatta a pezzi e ridotta ad uno specchio rotto. Le emergenze ci hanno rubato l'innocenza, l'umanità, la fanciullezza, la famiglia. In tutti i nostri casi i conflitti ci hanno portato via uno dei nostri diritti fondamentali di bambini e di ragazzi: l'istruzione. È la prima cosa che ci è stata sottratta quando gli orrori della guerra hanno avuto inizio.
*Ogni giorno in tutto il mondo bambini come me, come noi, finiscono nelle celle, nei nascondigli, nei campi profughi o nell’esercito. Con loro scompare il futuro del loro Paese e del mondo intero. Muoiono, vengono mutilati, traumatizzati, piegati – e questa è la fine di futuri leader, servitori dello Stato, padri, madri e insegnanti.
*È nelle [[Scuola|scuole]] che realizziamo le nostre potenzialità, che diventiamo esseri sociali, cresciamo e ci sviluppiamo come persone funzionanti, socievoli e generose delle nostre comunità e del mondo. Dopo un conflitto è a scuola che si viene informati sul pericolo delle mine di terra, sulla prevenzione del virus HIV/AIDS e sul processo di riconciliazione. È a scuola che si scambiano le armi con il sapere e la formazione ed è a scuola che i messaggi portatori di pace si intrecciano con le conoscenze e le capacità professionali. Perché la pace sia sostenibile, siamo fermamente convinti che l’istruzionel'[[istruzione]] debba essere parte integrante di qualunque accordo di pace e che sia necessario dedicare la giusta attenzione ai progetti educativi nei Paesi tormentati dai conflitti e nei periodi che seguono la fine della guerra. L'istruzione consente ai bambini colpiti dalla guerra di recuperare la loro fanciullezza, di scoprire la loro umanità e di dare il loro contributo al genere umano. L'istruzione è anche un antidoto alla violenza in qualunque società. L'istruzione offre ai giovani la possibilità di usare la mente in maniera positiva e costruttiva o di ricostruire le basi dei loro sogni e delle loro speranze.
*Tutti dovrebbero godere del diritto ad una istruzione obbligatoria e gratuita a dispetto delle guerre, dei disastri naturali, della povertà, delle malattie, delle epidemie e delle difficoltà conseguenti alla ricostruzione nell'immediato dopoguerra. Fidatevi di noi perché sappiamo di cosa stiamo parlando. Ci hanno strappato la penna di mano, ma per nostra fortuna ce la siamo ripresa. E abbiamo di nuovo una voce. Ci auguriamo che possiate sentirci anche a nome di tutti coloro che voce non hanno.
 
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*La povertà capita agli altri, la fame capita agli altri, le malattie capitano agli altri. Così, anche la guerra accade ad altri, altrove. Anche quando la situazione si percepisce peggiorare di giorno in giorno, credi che la guerra succeda e rimanga lontano da te. In Africa, in Libano, al massimo. Poi, quando si avvicina, dici: sì, è più vicina del Libano, ma non arriverà a Sarajevo. Sarajevo è una città diversa, è la città delle Olimpiadi, come se questo creasse una sorta di anticorpo al conflitto che divampa attorno. Poi si avvicina, e allora pensi che forse ci sarà, ma non ora, tra un po'. E poi ti ci trovi dentro, e speri che sia questione di qualche settimana. Questa era la prospettiva, di tutti, non solo di noi bambini, non solo dei sarajevesi, ma di ogni essere umano.
*Non ho vissuto una vita normale, ma la parte che sto vivendo adesso è certamente fortunata, soprattutto rispetto ad altre. E tutto ciò che la mia vita è adesso è a causa di quell’aprile 1992 a Sarajevo.
*Le [[Mappa|mappe]], quando vengono disegnate a tavolino dalla politica, creano sempre problematiche per le diverse identità che nei territori rappresentati, o creati, vivono.
*Nessuno ci aveva mai detto, e nessuno di noi aveva mai creduto, che le etnie che componevano la federazione fossero un elemento critico e un problema da risolvere. Ma la politica ci ha messo del suo, e lo ha fatto diventare tale.
*[[Slobodan Milošević|Milosevic]] non era altro che inventore e interprete di queste storie sulle etnie. L'intellighenzia di ciascuno Stato che formava la Jugoslavia era il motore di diffusione di storie simili. È stato così che persone mediocri e grigie come il funzionario Milosevic ed altri come lui, hanno potuto occupare il vacuum di potere che tali storie avevano contribuito a creare.
*A casa nostra tutto ciò era di importanza nulla, forse anche perché i miei genitori e i loro stessi amici avevano una visione molto "jugoslava" della questione, ed avevano maturato una solida convinzione sulla multietnicità e multi religiosità della Jugoslavia in generale, e di Sarajevo in particolare. Poi, ad un certo punto, da qualche parte, sono emerse canzoni patriottiche, poesie che ricordavano il passato glorioso di uno o dell'altro, addirittura poemi epici. Cose che in realtà nessuno prima conosceva, tanto che probabilmente erano semplicemente inventate e confezionate a misura... da quel momento in avanti, tutto ha iniziato ad avere come oggetto le identità e le nazionalità.
*Sono convinta che la [[speranza]] era ed è importante, per tutti, perché ti dà forza nei momenti difficili, anche se ovviamente non ha alcun potere di cambiare le cose. Ribadisco, io poi sono stata fortunata, con il mio Diario scoperto e pubblicato è stato come vincere una lotteria; ho lasciato Sarajevo in un momento in cui nessuno più ormai ci riusciva. Non lo avrei mai immaginato. Ho ancora rapporti con Sarajevo, amo Sarajevo, ma oggi la mia vita è a Dublino.
*{{NDR|Su [[Emir Kusturica]]}} È una persona che talvolta parla troppo, e ha detto cose che a Sarajevo non sono piaciute. [[Goran Bregović|Bregovic]] da parte sua è uno showman nato, si è creato una sua specifica identità musicale, ha portato nel mondo un genere che nessuno prima conosceva.
*Certo, sono sarajevese, la mia lingua è ancora importantissima per me. Però diciamo che sulla mia prima identità di Sarajevo ho aggiunto, col passare del tempo, altri strati, altre identità.