Lettera ai Romani: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 44:
*Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'[[Ira di Dio|ira divina]]. (12, 19; 1974)
*Non lasciarti vincere dal [[bene e male|male]], ma vinci con il [[bene e male|bene]] il male. (12, 21; 1974)
*Non abbiate alcun [[debito]] con nessuno, se non quello di un [[amore]] vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. (13, 8; 1974)
*L'[[amore]] non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore. (13, 10; 1974)
*La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle [[luce e oscurità|tenebre]] e indossiamo le armi della [[luce e oscurità|luce]]. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la [[Carne (Bibbia)|carne]] nei suoi desideri. (13, 12 – 14; 1974)
*Il [[regno dei cieli|regno di Dio]] infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. (14, 17 – 18; 1974)
*Beato colui che non condanna se stesso in quello che approva. (14, 22; 1994)
*Vi raccomando [[Febe (Bibbia)|Febe]], nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso. Salutate [[Aquila e Priscilla|Prisca e Aquila]], miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa. Salutate il mio caro [[Epeneto di Cartagine|Epèneto]], primizia dell'Asia per Cristo. (16, 1 – 5; 1974)
*Salutate [[Andronico di Pannonia|Andronìco]] e [[Giunia]], miei parenti e compagni di prigionia; sono degli apostoli insigni che erano in Cristo già prima di me. (16, 7; 1974)