Julius Evola: differenze tra le versioni

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*In [[Trilussa]] si deve riconoscere un carattere, che si mantenne uguale a se stesso sia prima che durante il fascismo e che ebbe in proprio il coraggio della verità. [...] Di Trilussa, io ero amico, ed egli ben sapeva come le mie idee fossero tutt'altro che democratiche. Non basta. Trilussa stesso non giudicava antifascista l'orientamento delle sue satire e della sua poesia, nelle loro incidenze politiche. (da ''Una favola su Trilussa'', ''Roma'', 23 gennaio 1972; disponibile su ''[http://www.heliodromos.it/index.php?option=com_content&view=article&id=203:evola Heliodromos.it]'')
*La vita deve esser volontà diretta da un pensiero. (da ''La tradizione ermetica'', Edizioni Mediterranee, 1996<sup>4</sup>)
*[...] non crediamo di sbagliarci dicendo che il significato più profondo dello [[sci]] è il seguente: la sensazione istintiva di paura fisica, col moto riflesso di un trarsi indietro o di aggrapparsi a qualcosa, che sorge nell'istante del cadere, viene vinta e trasformata in una sensazione di ebrezza, di piacere, e sviluppata nell'impulso a andare ancor più veloci e a giuocare in ogni modo con la velocità e l'accelerazione che ai corpi imprime la forza di gravità. Così lo sci, sotto questo aspetto, vorremmo proprio definirlo come ''una tecnica, un giuoco e una ebrezza della caduta''. Praticando questo sport si sviluppa di certo una forma di audacia o intrepidezza fisica, ma è una forma tutta speciale, ben distinta dall'audacia dell'alpinista, anzi ad essa opposta come significato: è una forma, diciamolo pure, «moderna».<ref>Da ''L'arco e la clava'', con un saggio introduttivo di Giorgio Galli, Edizioni Mediterranee, Roma, 1995, [https://books.google.it/books?id=HTGVODCfBzIC&lpg=PA60&ots=DYNyylzVGb&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-272-1087-3</ref>
*Si lascino pure gli uomini del tempo nostro parlare, con maggiore o minore sufficienza e improntitudine, di anacronismo e di antistoria. [...] Li si lascino alle loro "verità" e ad un'unica cosa si badi: a tenersi in piedi in un mondo di rovine. [...] Rendere ben visibili i valori della verità, della realtà e della Tradizione a chi, oggi, non vuole il "questo" e cerca confusamente "l'altro" significa dare sostegni a che non in tutti la grande tentazione prevalga, là dove la materia sembra essere ormai più forte dello spirito. (da ''Rivolta contro il mondo moderno'', Hoepli, 1934)
*Vivi come se tu dovessi morire subito. Pensa come se tu non dovessi morire mai.<ref>Citato in Mario Caprara, Gianluca Semprini, ''Neri! La storia mai raccontata della destra radicale, eversiva e terrorista'', Newton Compton editori, 2012, [http://books.google.it/books?id=ieO_d2Nz-Y8C&pg=PT151 p. 151]. ISBN 8854146951.</ref><ref>La citazione viene [[citazioni errate|erroneamente attribuita]] anche a [[Giorgio Almirante]] e [[Moana Pozzi]]. Almirante aveva fatto apporre la frase su un poster destinato alle sedi dell'MSI e l'aveva utilizzata come frase conclusiva del suo libro ''Autobiografia di un fucilatore''. Moana Pozzi invece amava ripetere questa frase nel periodo in cui si occupava dell'edizione di un giornale erotico, poco prima di morire. Una frase simile è di [[Martin Lutero]]: «Bisogna lavorare come se si volesse vivere in eterno, ma vivere come se dovessimo morire adesso».</ref>