Catechismo di Pio X: differenze tra le versioni
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*Dio ha creato gli [[Angelo|Angeli]] per essere da essi onorato e servito e per renderli eternamente felici. (36)
*Gli Angeli non hanno né forma, né figura alcuna sensibile, perché sono puri spiriti, creati da Dio per sussistere senza dover essere uniti a corpo alcuno. (37)
*I [[demoni]] ci [[tentazione|tentano]] per l'invidia che ci portano, la quale fa loro desiderare la nostra eterna dannazione, e per odio a Dio, la cui immagine risplende in noi. Iddio poi permette le
*Le tentazioni si vincono colla vigilanza, colla preghiera, e colla mortificazione cristiana. (43)
*Sì, Dio si serve degli Angeli come suoi ministri, e specialmente affida a molti di essi l'ufficio di nostri custodi e protettori. (46)
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*Noi possiamo conoscere la volontà di Dio specialmente per mezzo della Chiesa e dei nostri superiori spirituali stabiliti da Dio per guidarci nella via della salute. Possiamo anche conoscere questa santissima volontà dalle divine ispirazioni e dalle stesse circostanze nelle quali il Signore ci ha posti. (299)
*Nelle cose sia prospere che avverse della vita presente dobbiamo sempre riconoscere anche la volontà di Dio, il quale tutto dispone o permette per il nostro bene. (300)
*Quelli che non [[perdono|perdonano]] al prossimo non hanno nessuna ragione di sperare che Dio loro perdoni, tanto più che si condannano da se stessi, dicendo a Dio {{NDR|nel Padre nostro}} che perdoni loro, come essi perdonano al prossimo. (311)
*Le [[tentazione|tentazioni]] sono un incitamento al peccato che ci viene dal demonio, o dai cattivi, o dalle nostre passioni. (313)
*No, non è peccato aver tentazioni, ma è peccato acconsentirvi, o esporsi volontariamente al pericolo di acconsentirvi. (314)
*Iddio permette che siamo tentati per provare la nostra fedeltà, per far aumentare le nostre virtù e per accrescere i nostri meriti. (315)
*Per evitare le tentazioni dobbiamo fuggire le occasioni pericolose, custodire i nostri sensi, ricevere spesso i santi sacramenti, e far uso della preghiera. (316)
*Nella settima domanda, ''[[Libera nos a malo|Ma liberaci dal male]]'', chiediamo a Dio che ci liberi dai mali passati, presenti e futuri, e specialmente dal sommo male che è il peccato e dall'eterna dannazione, che ne è la pena. (317)
*Diciamo: ''liberaci dal male'' e non ''dai mali'', perché non dobbiamo desiderare di andare esenti da tutti i mali di questa vita, ma solamente da quelli, che non sono espedienti all'anima nostra, e perciò domandiamo la liberazione dal male in genere, cioè da tutto ciò che Dio vede essere per noi male. (318)
*Le [[tribolazione|tribolazioni]] ci giovano per fare penitenza delle nostre colpe, per esercitare le virtù, e sopratutto per imitare Gesù Cristo nostro capo, al quale è giusto che ci conformiamo nei patimenti, se vogliamo aver parte nella sua gloria. (320)
*Il Pater dobbiamo dirlo ogni giorno, perché abbiamo bisogno ogni giorno dell'aiuto di Dio. (323)
*{{NDR|L'[[impurità]]}} È un peccato gravissimo ed abominevole innanzi a Dio ed agli uomini; avvilisce l'uomo alla condizione dei bruti, lo trascina a molti altri peccati e vizi, e provoca i più terribili castighi in questa vita e nell'altra. (425)
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